"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -
L’associazione "Oltre l’Orizzonte – per la promozione del benessere psichico" è nata il 29 luglio 1999. Il nome e il logo rappresentano il salto culturale auspicato per galoppare oltre la paura, l'indifferenza, l'ignoranza e la ghettizzazione verso il riconoscimento dei diritti di piena cittadinanza delle persone affette da disturbi psichici e per la loro inclusione sociale. L'associazione è composta da persone con disagio psichico, da familiari e da simpatizzanti che desiderano recuperare il valore genuino dei rapporti interpersonali.
Il sofferente psichico
Non possiamo che partire dalla persona che sta male. Deve arrivare alla consapevolezza del suo malessere e alla convinzione che, per poter stare meglio, deve cambiare qualcosa in se stessa. C’è chi ha il diabete e chi è cardiopatico e c’è chi ha disturbi psichici, un cittadino che ha gli stessi diritti degli altri: che la sua malattia sia curata e che, se ne ha bisogno, sia accompagnato in un percorso riabilitativo verso l’inclusione sociale. Ha diritto di sapere perché quei farmaci e deve poter discutere degli effetti collaterali. Ha diritto ad un progetto personalizzato che prenda in considerazione tutte le sue fragilità ma che lo guidi anche nella scoperta delle proprie risorse. Ha diritto di valutare periodicamente insieme agli operatori l’andamento del proprio progetto, che ha costruito insieme a loro. Però, ha anche dei doveri: deve impegnarsi nella realizzazione degli obiettivi condivisi con gli operatori che lo sosterranno. Deve accettare le “ricadute” come parte della vita, non solo della malattia, sicuro di potersi risollevare.
E i familiari?
Spesso siamo proprio noi familiari che non abbiamo fiducia nelle possibilità di recupero dei nostri cari e tendiamo o a proteggerli eccessivamente o a rifiutarli. Anche noi dobbiamo CAMBIARE - con ascolto, riflessione, accettazione ed empatia ma anche fermezza e determinazione. Dobbiamo riunirci in associazioni per essere informati e dobbiamo impegnarci nella difesa dei diritti di tutti, perché solo così potremo spingere verso il cambiamento.
E gli operatori del servizio?
Per tutti gli operatori è irrinunciabile la formazione alla relazione d’aiuto e al lavoro in èquipe. Il concetto di “lavoro di èquipe” rappresenta un cambiamento radicale. Quando mal interpretato dai professionisti provoca arroccamento e difesa del proprio ruolo, ma quando ne viene recepito lo spirito questo concetto valorizza la specificità professionale di ognuno, riduce la responsabilità del singolo e risponde all’esigenza del paziente di essere considerato persona, fatta di fisico e di psiche, di bisogni e di risorse complessi che più professionalità possono capire, valorizzare e sostenere. Le verifiche devono diventare occasioni per tutti- operatori, pazienti e familiari- per apprezzare i buoni risultati e apportare modifiche laddove necessario.
E le responsabilità degli amministratori locali?
Dal 1978 le normative nazionali e regionali non considerano più la malattia mentale un compito esclusivo della medicina e individuano nell’integrazione socio-sanitaria uno strumento anche per la salute mentale. Ma, affinché le leggi abbiano applicazione concreta, anche la politica degli enti locali deve CAMBIARE. Devono contribuire a creare le condizioni che facilitino l’autonomia abitativa e lavorativa. Questo è possibile anche in situazioni di ristrettezze economiche: dirigenti e amministratori devono sviluppare maggiori capacità progettuali e operative, promuovendo anche sinergie fra pubblico e privato. È però irrinunciabile la progettualità condivisa anche fra enti diversi. E questo chiama in causa la politica e i dirigenti di alto livello perché i progetti individuali non possono che far parte di una progettualità più ampia, CHE VEDA I PROBLEMI NEL LORO INSIEME, e che includa i servizi per la salute mentale come soluzione per le persone, smettendo di considerarli solo malati.
E la Regione?
Deve smettere di enunciare soltanto principi, formulare obiettivi generici e permettere tanta discrezionalità nell’applicazione “delle linee guida”. Deve introdurre strumenti stringenti di valutazione, come la concessione di risorse e di incentivi legati a chiari indicatori di efficacia. Deve cambiare la formazione non solo degli psichiatri ma di tutti gli operatori socio-sanitari: non solo farmaci ma potenziamento delle capacità relazionali e lavoro in equipe con tirocini sul territorio.
E i mass media?
Basta con la spettacolarizzazione dei casi estremi eclatanti: i crimini commessi da persone con problemi psichici seguite e curate sono pochissimi. Si deve informare di più, anche sulle buone pratiche di cui ci sono molti esempi anche a Pistoia.
E i comuni cittadini?
Dedichiamo più tempo alle relazioni interpersonali, all’ascolto dell’altro, non denigriamo chi parla in modo diverso, si veste in modo non convenzionale, alza un po’ troppo la voce o parla troppo poco. Non ci fermiamo alle apparenze; meno diffidenza e più accoglienza. Il pregiudizio fa male a chi ne è oggetto ma incatena anche noi. Liberarcene ci farà sentire più leggeri e ci arricchirà.
Certo, i massimi sistemi vanno al di là delle nostre capacità decisionali ma che questo non sia un alibi: partiamo da ciò che possiamo fare noi stessi perché un sassolino gettato nello stagno provoca un cambiamento che agisce su tutto l’ambiente. E questo cambiamento farà stare meglio tutta la comunità, diminuendo anche i costi economici.
La notizia è stata data anche su http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=127818
Comune di Pistoia
UNA MOSTRA PER SCOPRIRE LA RICCHEZZA E LA PROFONDITÀ DI CHI SOFFRE DI DISAGIO PSICHICO
Uscire dalla solitudine per chi soffre di disturbi psichici attraverso progetti di integrazione per eliminare il pregiudizio e lo stigma nei loro confronti, elementi che spesso creano emarginazione sociale. E' questo l'obiettivo della mostra “Arte e solitudine” che verrà inaugurata venerdì 12 ottobre alle 17 nelle Sale Affrescate di Palazzo Comunale. Si tratta di un ambizioso progetto che è riuscito a mettere insieme quasi sessanta opere di sedici noti artisti pistoiesi insieme a quelle di quattordici pittori “speciali” che hanno realizzato i loro quadri durante l'attività nel laboratorio di pittura del Centro Desii 3 dell'Asl di Pistoia. Il fil rouge che unisce tutte le opere è il tema della solitudine e i suoi due aspetti: quello positivo che riempie l'animo, dà sollievo e senso alla vita e quello invece che fa sentire il vuoto, la mancanza e crea quindi disagio.
Gli autori pistoiesi che hanno aderito all'iniziativa sono: Paolo Albani, Rossella Baldecchi, Franco Balleri, Filippo Basetti, Leonardo Begliomini, Paolo Beneforti, Daniele Capecchi, Cristiano Coppi, Giunio Gacci, Giuseppe Gavazzi, Valerio Gelli, Dario Longo, Cristina Palandri, Luigi Russo Papotto, Stefania Puntaroli e Giorgio Ulivi. I frequentatori dell'atelier di arte del centro di salute mentale sono: Luciana Bartolini, Simone Benini, Ausilio Berti, Lorenzo Capaccioli, Alba Capecchi, Franca Dolfi, Cinzia Melani, Beata Nagy, Anna Parisi, Riccardo Prioreschi, Daniela Spagnesi, Roberta Tosi, Rosanna Vannacci e Paola Vivarelli.
“Questa iniziativa – sottolinea l'assessore alla cultura Elena Becheri – è una preziosa occasione per avvicinare le persone affette da patologie di natura psichica, spesso guardate con timore e diffidenza, agli altri, a tutti coloro che avranno grande sensibilità per capire che chi è fragile non deve essere lasciato solo. Attraverso la mostra i frequentatori del laboratorio di pittura diventano protagonisti, escono fuori dal loro guscio, dall'isolamento esprimendo attraverso le arti figurative la loro ricchezza e bellezza interiore”.
La mostra rientra nel più ampio progetto “La solitudine: il pieno e il vuoto” che prevede una serie di eventi per esplorare la malattia mentale, organizzati in occasione della Giornata mondiale della salute mentale in programma il 10 ottobre.
“Abbiamo sperimentato – dice la presidente dell'associazione Oltre l'Orizzonte Kira Pellegrini - che la condivisione delle esperienze e delle emozioni di chi soffre di disturbi psichici abbatte gli steccati e crea empatia. Per questo abbiamo ideato un progetto che potesse avvicinare più persone possibili alle tematiche sul disagio psichico, accorciando così le distanze tra chi si sente isolato e poco amato e chi, anche con un semplice sorriso, può regalare loro un gesto importante”.
La mostra è realizzata dall'associazione Oltre l'Orizzonte in collaborazione con Comune e Asl 3, con il patrocinio di Cesvot e il contributo di Fondazione Banche di Pistoia e Vignole per la cultura e lo sport. L'allestimento e il catalogo sono stati curati da Siliano Simoncini e Maurizio Tuci. Nel catalogo sono raccolte tutte le opere esposte nella mostra e sono presenti versi e testi dei poeti pistoiesi Roberto Carifi e Massimo Baldi.
“L’iniziativa – spiega Luigi De Luca, responsabile dell'unità funzionale salute mentale adulti della Asl 3 - è la sintesi dell’attuazione del radicale cambiamento culturale avvenuto nella provincia di Pistoia che è stato condotto dagli operatori dell'azienda sanitaria locale ma si è realizzato anche con il sostanziale contributo dell’associazione Oltre l’Orizzonte. Il titolo della mostra “solitudine” esprime un sentimento di disagio diffuso e molto attuale che emerge attraverso la pittura ma potrebbe essere espresso anche con altre forme artistiche, come la musica ed il teatro, che sono tutte utili per rappresentare i sentimenti delle persone".
Lo spettacolo, della durata di circa 90 minuti, è rivolto a tutti: +
a chi è appassionato di pittura, a chi conosce Ligabue,
ma anche a chi non ne ha mai sentito parlare.
L’intensità espressiva della recitazione e del testo,
che lo differenzia da tutti gli altri,
è sicuramente la maggior qualità di questo spettacolo.