"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -
L’associazione "Oltre l’Orizzonte – per la promozione del benessere psichico" è nata il 29 luglio 1999. Il nome e il logo rappresentano il salto culturale auspicato per galoppare oltre la paura, l'indifferenza, l'ignoranza e la ghettizzazione verso il riconoscimento dei diritti di piena cittadinanza delle persone affette da disturbi psichici e per la loro inclusione sociale. L'associazione è composta da persone con disagio psichico, da familiari e da simpatizzanti che desiderano recuperare il valore genuino dei rapporti interpersonali.
Quest’anno alla Associazione Oltre l’Orizzonte si è parlato di musica.
Dopo il progetto Radici, un percorso condiviso per ritrovare e RI-costruire talenti e risorse, portato a termine nel 2018, i ragazzi all’unanimità hanno scelto di “lavorare” sulla musica e soprattutto sulla canzone. Così è nato “A ciascuno la sua canzone. Un viaggio dentro le canzoni per ritrovarsi, raccontarsi, condividere” un progetto che in apparenza poteva sembrare leggero, allegro ma che via via che procedeva si è rivelato profondamente coinvolgente. Si trattava di scegliere la canzone del cuore, ascoltarla, cantarla condividerla con gli altri compagni. Ma di certo non finiva lì perché ai ragazzi, nel percorso di scrittura condotto da Rita Gualtierotti veniva chiesto di scrivere le loro emozioni e soprattutto raccontare il legame con la canzone prescelta, “come nel percorso precedente, ho curato l’ascolto delle canzoni ed il momento successivo quello della scrittura per fermare emozioni, riflessioni, ricordi, sogni. I ragazzi hanno partecipato a questa fase del percorso con serietà e con intensità, hanno trovato dentro di sé le parole per raccontarsi e fare svelamento di emozioni anche molto intime che hanno sempre condiviso con il gruppo.”
Ma il progetto è stato anche un percorso dentro la profondità della musica grazie a Sascha Papini per il quale la musica prima di tutto è Libertà di essere. “La dimensione del disagio, l'aspetto riabilitativo, non dovevano invadere questo spazio. Avremmo ascoltato canzoni, parlato di gruppi e musicisti, di cosa avesse rappresentato la musica per noi e di cosa ci trasmetteva ancor oggi. Non per i nostri disagi o per i percorsi riabilitativi a cui giornalmente alcuni di noi si sottopongono. Lo avremmo fatto in quanto esseri umani.”
Questo viaggio ha avuto anche altri passeggeri: autorevoli musicisti che hanno raccontato di sé e del loro approccio alla musica che nel tempo si è trasformata in vera e propria passione. Così Lavinia Cioli che ama la poesia quasi come il pianoforte, con il suo salterio ci ha regalato atmosfere classiche, così Emiliano degli Innocenti con la sua chitarra e soprattutto la sua voce ci ha introdotto nella atmosfera del blues e soul. E poi Paride Fidati per il quale la musica è una compagna indispensabile che lo aiuta a superare le sue problematiche, ci ha regalato note di rock/metal che ama in modo viscerale in tutte le sue sfaccettature. E dunque con questi passeggeri il progetto partito in sordina si è trasformato in un viaggio grande, corposo, pieno di sensazioni e di umanità che ha condotto il gruppo ad un traguardo insolito. Quello di costruire la propria canzone. Così, grazie al supporto indispensabile di Sascha è nata “Dietro le note…frammenti di vita”. “Un pezzo, come dice Sascha, “un po' leggero (ma certo non banale), un po' malinconico, composto (un po' come si fa coi dolci), amalgamando le frasi estrapolate dai pensieri di ognuno che poi si sono fusi in qualcosa di coerente e unico. Lo stesso titolo è opera dell’intero gruppo che si è attivato come un unico cervello”.
E dunque il 13 dicembre prossimo (ore 16,00 Sala soci Coop viale Adua Pistoia) arriveremo alla fine di questo viaggio “un pomeriggio, come dice Kira Pellegrini, presidente della Associazione Oltre l’Orizzonte, davvero in punta di note. Con i ragazzi protagonisti con la loro canzone, ma poi anche con le note degli amici musicisti. Un pomeriggio in profonda, allegra leggerezza a cui hanno dato la loro adesione anche Anna Maria Celesti, presidente della società della salute, Maurizio Miceli, direttore UFCMA Pistoia e Alessio Poli presidente Far.com che ha sponsorizzato il progetto e che l’Associazione ringrazia.” Il progetto infine, è diventato anche un libro che ne racconta le tappe. “Un libro, come afferma l’autrice Silvana Agostini, esso stesso un viaggio nel tempo costruito intorno alle quindici canzoni scelte dai Ragazzi. Ma nel libro oltre che di musica si parla anche di silenzio. Si parla di canzoni, si parla di evoluzione dell’ascolto (grazie ad Alberto Bigagli che ci ha regalato la sua esperienza); infine si parla di musicisti che raccontano come la musica già dentro di loro, è riuscita ad emergere ed essere di NOI. Questo nuovo impegno è un altro omaggio ai Ragazzi del Venerdì che, dopo due anni di frequentazioni, sono diventati parte di me. E allora mettere le mie capacità a loro disposizione è sempre un grandissimo onore nonché un grandissimo piacere.”
Articolo di Silvana Agostini
28 settembre 2019
Criticità riscontrate da pazienti e familiari
La maggior parte delle lamentele che raccogliamo da utenti del servizio e da familiari riguardano: il clima respingente del centro di salute mentale, il non rispetto della normativa regionale rispetto all’accoglienza (più restrittiva rispetto al resto dell’area Toscana Centro), lo scarso monitoraggio dei farmaci, la staticità dei progetti personalizzati, l’eccessivo utilizzo della legge sulla privacy nei confronti dei familiari, la delusione riguardo al cattivo utilizzo dello strumento dell’amministrazione di sostegno. Eppure l’impostazione dei servizi rimane valida (progetti personalizzati, abitare supportato, inserimenti socio-terapeutici, sostegno all’abitare, attività socio-riabilitative). La maggior parte degli psichiatri, però, sembra rimanere ancorata al concetto di cronicità e non si attiva per sostenere le persone in percorsi emancipativi, come previsto dalle normative. Tuttavia, il personale di base è molto vicino ai pazienti e il rapporto interpersonale è buono. Esistono, quindi, le basi anche per un lavoro innovativo.
Criticità nei rapporti fra i servizi e l’associazione: mancanza di informazioni e di condivisione, burocratizzazione
Il disagio che proviamo è aggravato dalla totale assenza di informazioni ufficiali. In più di un anno dall’arrivo del nuovo responsabile dell’UFCSMA niente ci è stato comunicato sui cambiamenti da lui effettuati o programmati. Neanche la società della salute (che si occupa di integrazione socio-saniraria del territorio pistoiese) si è dimostrata all’altezza delle promesse di coinvolgimento e di impegno ribadite per anni: la non attivazione del patto territoriale fra le istituzioni e le associazioni approvato in pompa magna a settembre 2015 ne è una prova lampante.
La riforma della riduzione delle usl a tre non è riuscita a posizionare i servizi di salute mentale: solo sanitario o società della salute e quindi sociosanitario? La legge c’è ma si è lasciato che non venisse applicata e quindi, la salute mentale sembra terra di nessuno. Non abbiamo più avuto informazioni, a parte un discorso generico a metà marzo, sulla collaborazione all’interno del dipartimento (UFSMA e con UFSMIA e con SERD). Visto che a Pistoia la situazione era stata aggravata dal clima conflittuale all’interno dell’UFSMA e dalla mancanza di dirigenti titolari autorevoli, avevamo riposto molte speranze nell’operato del nuovo titolare ma dopo più di un anno di attesa e di sollecitazioni, la delusione è grande. È continuata la mancanza di contatti fruttuosi fra le associazioni e il servizio.
Pare che il nuovo responsabile abbia introdotto una riorganizzazione della distribuzione del personale nei vari servizi territoriali e degli incontri settimanali delle varie èquipe ma non ne conosciamo né i dettagli né gli esiti. Neanche riguardo ai gruppi con i familiari e gli utenti è stato comunicato qualcosa di ufficiale.
Abbiamo la percezione che i servizi non siano offerti in maniera equa: alcune persone ne usufruiscono per molto tempo e in misura “ricca” mentre altri hanno solo la routine del personale delle cooperative per la spesa e la cura dell’abitazione e altri ancora non vengono più contattati per monitorare l’andamento del loro vivere e dell’impatto dei farmaci.
Anche il nostro lavoro di difesa dei diritti è notevolmente inficiato da questo modo di gestire i servizi: la legge sulla privacy viene costantemente utilizzata anche in modo improprio, secondo noi; il lavoro sul territorio ci è reso impossibile, riducendo sempre più le opportunità di inclusione sociale.
Non attivazione del Patto territoriale per la salute mentale.
Il patto fra le associazioni della salute mentale di Pistoia e della Valdinievole e tutti gli enti pubblici del territorio era stato firmato ufficialmente a settembre 2015 in conseguenza della richiesta delle associazioni durante la verifica annuale (novembre 2013) dei servizi promossa dal Coordinamento Toscano. In dieci anni di lavoro la nostra associazione aveva notevolmente contribuito alla costruzione di una rete territoriale collaborativa: con il comune per l’abitare e con la provincia di Pistoia, sia con progetti per l’inclusione lavorativa che con l’istituzione di una commissione interistituzionale (con la partecipazione del presidente del Tribunale e del giudice tutelare) per promuovere l’amministrazione di sostegno, anche con due corsi di formazione per volontari. L’accettazione del patto fu tempestiva da parte dei direttori delle due società della salute. A Pistoia seguirono due anni di intenso lavoro e collaborazione fra l’Associazione Oltre l’Orizzonte e i responsabili ASL dell’accreditamento dei servizi. Fu costruito una proposta di massima alla quale sarebbe dovuta seguire la costituzione di gruppi di lavoro per dar vita al patto, basandosi da una parte sui bisogni e le criticità e dall’altra sulla disponibilità del territorio. Ritengo un grosso inadempimento il fatto che l’UFCSMA e la società della salute non abbiano dato vita al Patto Territoriale per la Salute Mentale. Eravamo riusciti, con fatica, a farlo rientrare nella programmazione del piano integrato di salute 2016-2020 della sds di Pistoia con obiettivi specifici da raggiungere. Purtroppo non se n’è tenuto conto e la nostra associazione è stata tenuta fuori da qualsiasi forma di informazione e di collaborazione. Sarebbe dovuto essere un metodo innovativo sia per risolvere le criticità dei servizi allargandoli da quasi esclusivamente sanitari a sempre più ancorati al sociale del territorio (progetti personalizzati, rapporto con i medici di medicina generale e con gli specialisti di malattie croniche, abitare supportato, amministrazione di sostegno, potenziamento delle possibilità lavorative e molto altro). Il Patto sarebbe dovuto essere ampliabile ogni anno. Ci abbiamo creduto e lavorato intensamente. Abbiamo incoraggiato e sollecitato il nuovo direttore dell’UFCMA e anche il direttore del dipartimento di area ma niente. La mia amara conclusione è che gli psichiatri non hanno voluto applicare il patto ma nessuno ha avuto il coraggio di affermarlo ufficialmente durante la stesura del progetto né di chiuderlo negli anni successivi. Nell’incontro annuale di verifica programmato da Coordinamento Toscano e Regione Toscana a settembre 2019 ho chiesto che i responsabili si esprimessero ufficialmente: o l’attivazione o la chiusura. .La presidente della società della salute si è presa la responsabilità di riprendere in mano il progetto. Il direttore sanitario era d’accordo. Il responsabile dell’UFCSMA non si è espresso. Nutro poche speranze ma non saremo noi a mollare: siamo ancora pronti per una ripartita seria ed efficace.
Le strutture per la salute mentale
È stata estenuante l’impresa di raccogliere tutti i documenti per capire e per formulare delle richieste ufficiali.
Siamo stati sostenuti sia dal Coordinamento Toscano delle Associazioni per la salute mentale che dal Comitato di partecipazione della società della salute di Pistoia. Anche la commissione Sanità del Consiglio Regionale Toscano ha fatto un’interpellanza all’assessore. Abbiamo scoperto sciatterie, incapacità, rimpallo di competenze, giustificazioni inaccettabili. Credo che il risultato finale sia il massimo che si possa ottenere date le circostanze: la direzione generale dell’usl Toscana Centro ha comunicato che tutte le strutture saranno ristrutturate, rese agibili o trasferite in altra sede entro fine 2020.
Ci inquieta la trasformazione (effettuata nel silenzio generale) di un villino precedentemente ad uso sanitario in civile abitazione. Pare che la stessa fine subirà il gruppo Appartamento IL SOLE in quanto non a norma per l’accreditamento usl. Sempre da voci ufficiose abbiamo sentito dire che saranno trasformati in civili abitazioni e gli utenti diventeranno inquilini autonomi. Credo che questi sviluppi siano molto preoccupanti: bisogna entrare nel merito ed avere ben chiaro cosa questo comporta per la presa in carico sanitaria. Hanno già ventilato un ambiente grande per dieci posti letto: che percorsi di autonomia sono? A me sembra di tornare ai vecchi manicomi (senza giardino!). Tutta la segretezza che circonda gli sviluppi futuri dei servizi in un clima generale che diffonde paura e diffidenza ci crea molto disagio. Chiediamo trasparenza, possibilità di dibattere, studio di possibili alternative, coinvolgimento dei familiari e del territorio per la soluzione dell’abitare quando il progetto personalizzato prevede che la persona sia supportato da operatori.
Richieste alla Regione Toscana e alla Area Toscana Centro
Attività di socializzazione di Oltre l’Orizzonte
Continua il progetto ventennale “I Ragazzi del Venerdì”. con un’attività di socializzazione da un seguita da cena. È diventato un gruppo di amici che si sostengono a vicenda. Ogni anno c’è il ritorno di qualcuno che era andato avanti per altre strade e ci fa piacere sapere che il venerdì rimane un punto di riferimento.
Facciamo precedere la cena da un’attività di gruppo. Invitiamo personaggi noti del nostro territorio,in base al progetto che proponiamo. Nel periodo 2017-2019 abbiamo proposto il progetto RADICI per scoprire e riscoprire luoghi, persone, emozioni, talenti, risorse. Abbiamo esplorato temi come i luoghi della città, avuto scrittori e artisti come ospiti e abbiamo visitato i loro atelier e la scuola di Barbiana perché avevamo studiato Don Milani come un esempio di maestro di vita e molto altro. (Nell’evento di presentazione del progetto abbiamo ospitato il dott. Giuseppe Tibaldi del Dipartimento di salute mentale di Modena che sta applicando il metodo “Dialogo Aperto” di cui è un formatore italiano. Abbiamo pubblicato la documentazione del progetto e rendiamo disponibile la videoregistrazione dell’evento. (vedi sito oltrelorizzonte.org)
Quest’anno il gruppo ha scelto di lavorare sulla musica ed è nato il progetto A CIASCUNO LA SUA CANZONE Un viaggio dentro le canzoni per ritrovarsi, raccontarsi, condividere. Ogni partecipante porta la propria canzone del cuore. Viene ascoltata e commentata. Seguono le riflessioni scritte.. Gli ospiti che intervengono ad alcuni incontri sono musicisti che portano la propria esperienza personale della nascita e sviluppo della propria passione. Dalle riflessioni scritte da ogni partecipante verrà costruita la canzone del gruppo che verrà cantata all’evento finale il 13 dicembre 2019.
Comunicazione
Finchè non riscontreremo una vera attenzione alla salute mentale sia da parte della Regione Toscana che dalle amministrazioni locali non parteciperemo più a nessuna manifestazione o marcia perché non crediamo più ai proclami mentre i diritti dei sofferenti psichici vengono sempre meno rispettati e le criticità non affrontate.
La presidente di Oltre l’Orizzonte
Kira Pellegrini
18 ottobre 2019
Dopo il progetto Radici, un percorso condiviso per ritrovare e RI-costruire talenti e risorse, portato a termine nel 2018, il gruppo, in un incontro preliminare di brainstorming, ha scelto la MUSICA come tema per il nuovo progetto. L’equipe dei progettisti ha approvato la scelta facendola diventare un’altra tappa nel percorso emancipativo dei “Ragazzi del Venerdì” con lo scopo di aiutare le persone a scoprire e utilizzare le risorse personali ed esterne per arricchirsi e per sviluppare sempre più le proprie capacità di resilienza.
Il progetto è costituito da varie fasi. Si parte da “La mia canzone del cuore”, che si incentra sulla motivazione all’ascolto e sulle emozioni: musica e canto diventano di nostra appartenenza quando sollecitano emozioni e diventano risorse in momenti di fragilità. Ascoltarle con attenzione richiede concentrazione individuale e condivisione di gruppo. Ogni incontro viene dedicato a due o tre canzoni. A conclusione degli incontri è prevista la realizzazione di un “Canzoniere” comprendente le canzoni protagoniste illustrate dai ragazzi del gruppo con propensione al disegno. Il Libro verrà presentato in un convegno previsto nel mese di dicembre /gennaio2020. Il progetto ha ottenuto il contributo di Farcom.
Un compleanno senza candeline ma con tante parole ed emozioni
“Radici per ritrovare e riscoprire talenti e risorse”
E certo le emozioni non sono mancate in questo convegno organizzato da Oltre l’Orizzonte, Associazione per la promozione del benessere psichico. Un appuntamento importante anche per tutto il mondo del disagio mentale troppo spesso dimenticato e sempre meno tutelato. Un incontro che si è aperto con una sorpresa iniziale: i “Ragazzi del Venerdì “un po’ emozionati ma sorprendentemente determinati hanno regalato ai presenti brevi parole sul sentirsi Radici, specchio del loro pensare oltre che del loro essere.
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Per me sentirsi radici vuol dire far parte di uno schema, di un insieme, vuol dire condividere parte di se stessi con altre persone.
(Simone M.)
Mi sento come un albero che non mette radici sotto terra, non ho mai trovato una casa che mi piace. (Tommaso.)
Per me le RADICI sono come un gesto che ti attende da tutta la vita. (Roberto)
Le radici sono il mio cervello all’ingiù, infatti la pianta è così. Il suo apparato mi fa pensare a quanto la natura è forte perché esse,
le radici, sono dentro la terra e la terra è come una madre che le tiene in giù. (Simone B.)
Con il progetto radici ho capito l’importanza di credere in me stessa e di scavare nel profondo delle mie emozioni positive. (Rita)
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Un grande applauso ha enfatizzato l’emozione, poi trasformatasi in attenzione quando Anna Maria Celesti Assessore alle politiche di inclusione sociale nonché Presidente della Società della salute pistoiese, ha preso la parola. Il suo è stato un intervento istituzionale a cui ha voluto intrecciare note personali molto toccanti. Essa ha apprezzato il lavoro fin qui fatto dalla Associazione che negli anni, peraltro, ha sempre seguito e approvato. Molte cose sono cambiate nel tempo, ha detto, ma purtroppo molte altre sono ancora carenti o assenti. Per questo si impegna, nei limiti dei suoi poteri, a facilitare e risolvere quei percorsi che ancora si presentano irti e ingarbugliati. Anche Maurizio Miceli, da pochi mesi alla guida del UFC, salute mentale adulti di Pistoia, intervenuto subito dopo, fra altre cose, ha sottolineato, che anche il progetto Radici presenta elementi di grande rilievo e contiene diversi “ingredienti” che nel tempo hanno caratterizzato i movimenti più avanzati della psichiatria sociale del nostro paese. Fra questi la scrittura creativa, l’autobiografia, le esperienze di auto-aiuto.
I lavori sono proseguiti con un saluto di Luca Iozzelli, Presidente della Fondazione Caript che ha voluto ribadire il supporto sempre più ampio che la Fondazione sta riservando alle Associazioni che operano nel sociale.
Kira Pellegrini, presidente della Associazione, ha ripercorso, con voce commossa, le numerose tappe che hanno contraddistinto l’attività della Associazione nata nel 1999, per volere di un piccolo gruppo di genitori di sofferenti psichici stanchi di sentirsi isolati e impotenti , che da subito decisero di seguire la via dell’inclusione sociale. Ricorda che negli anni, molti sono stati i progetti realizzati alcuni anche di grosso impegno finanziario grazie ad enti ed istituzioni. Molti di quei progetti sono diventati libri ed oggi testimoniano cosa è stato fatto ma anche solo ardentemente auspicato. Venti anni possono essere tanti, ma arrivati a questo punto ci sembrano pochi, ha detto Kira Pellegrini, visto che tante cose non si sono realizzate e, anzi navigano ancora nelle incertezze, nella mancanza di collaborazioni.
Dopo il breve intervento di Daniele Mannelli, direttore della Società della salute, che ha ribadito la sua piena disponibilità per rapporti sempre più coordinati, la parola è passata a Giuseppe Tibaldi psichiatra, direttore del dipartimento di salute mentale di Modena e trainer del “Dialogo aperto”.
Il “dialogo aperto” è un sistema di trattamento sviluppato in Finlandia, e le pratiche dialogiche, ha detto Tibaldi, nascono proprio dal dialogo aperto come approccio per aiutare le persone e i loro familiari a sentirsi ascoltate, rispettate e valorizzate.
E qui porta l’esempio di Veronica una sua paziente il cui percorso di cura ha visto l’unificazione fra professionisti e rete sociale. Il suo intervento supportato da molte diapositive( che ha sollecitato anche molte domande), ha evidenziato i sette principi base del dialogo aperto:
1.Aiuto immediato; 2. prospettiva di rete sociale; 3. Flessibilità e mobilità; 4. responsabilità; 5 continuità psicologica; 6. Tolleranza dell’incertezza, 7. Dialogo e polifonia.
“Intorno ad un tavolo ormai abituato a noi, le parole girano e lo attraversano. Vengono da tempi e spazi diversi, in comune hanno la fragilità. Sono loro, le parole, le compagne di questo viaggio che insieme stiamo facendo da anni, parole dette o scritte: semplici, sincere, profonde… Con queste parole Rita Gualtierotti , formata alla libera Università dell’autobiografia di Anghiari, inizia il suo intervento raccontando le varie tappe del percorso Radici. Con la scrittura autobiografica, dice, i ragazzi, sotto le mie sollecitazioni, si sono raccontati scrivendo di sentimenti, di incontri, di persone, di progetti, di paure, di risorse. Tutto questo è avvenuto dopo l’incontro con alcuni scrittori locali che hanno risposto al nostro invito raccontandoci con semplicità e profondità i loro testi, le loro storie. Attraverso cui i ragazzi si sono letti ed hanno narrato un
”anche io” che aveva tante affinità con quello degli scrittori. Una bellissima esperienza, continua Rita, che spero, ma già ne sono convinta, possa avere aiutato i Ragazzi a trovare in sé la dignità della propria vita, comunque e malgrado tutto, unica ed irripetibile. Un progetto quello di Radici, che di sicuro, potrebbe essere adottato anche in molti percorsi scolastici.
Se per Rita le parole sono state dette e scritte, per Silvana Agostini autrice del libro, Radici. Un percorso condiviso per ritrovare e RI-scoprire talenti e risorse, oltre che scritte sono state “visualizzate” in un Video. Di sicuro l’altra sorpresa della serata.
Questo libro ma anche il video, dice l’autrice, sono un dono che mi è piaciuto fare alla Associazione Oltre l’Orizzonte per i suoi 20 anni di attività. Ma soprattutto ai “Ragazzi del Venerdì” i cui ”destini”, un giorno di aprile del 2018, si sono intrecciati con il mio. Da quel giorno sono sempre stata presente alle loro attività,
fotografandole e annotandole, quasi un diario, utilizzato poi per costruire il libro. Esso, insieme al video, ha richiesto moltissimo tempo ma anche impegno “professionale” in quanto c’era da ricomporre e soprattutto legare in un unico puzzle i tanti moduli in cui si suddivideva il progetto. Spero di aver saputo rendere in pieno il sentire dei Ragazzi a cui ho prestato la “voce”.
Tutto ciò ora è emozione perché “Le emozioni sono esperienze umane che rendono la vita degna di essere vissuta, e una vita alla quale esse siano estranee, diviene gelida e desertica” (Borgna “L’ascolto gentile).
Poi si spengono le luci e il progetto Radici inizia a narrarsi con parole, immagini e suoni.
“…Questo progetto che dalle Radici prende il nome è stato un percorso lungo e stimolante, ma soprattutto amichevole. Il viaggio è iniziato proprio dalle radici. Perché esse fanno parte di noi; ne sono una componente essenziale.
Le radici ci legano agli affetti: sono gli affetti
ci legano ai luoghi: sono i luoghi
ci legano alle persone: sono le persone
ci legano alla memoria: sono la memoria.
Ignorarle ma anche averle smarrite significa ritrovarsi a vagare su strade che non sono nostre.”
Un lungo applauso smorza l’emozione, che però si prolunga con la consegna degli Attestati di partecipazione pensati per premiare i “Ragazzi del Venerdì” per l’assiduità, la serietà, la consapevolezza con cui essi hanno affrontato l’impegno. Un impegno che l’Associazione Oltre l’Orizzonte si augura sia per tutti loro un incentivo a proseguire su questa strada.
Un bilancio davvero positivo che di sicuro resterà nella memoria di chi ha partecipato ma anche di chi ha contribuito a costruirlo durante questi lunghi mesi. Che, si spera, per ognuno, possa diventare Radice del grande Albero che è la vita.
Collateralmente al convegno nei giorni 24 e 26 gennaio si è svolto il percorso esperienziale condotto dal regista Alessandro Pecini. Quattro i turni a cui hanno partecipato dieci spettatori per volta. Il percorso è stato costruito con l’utilizzo degli scritti dei partecipanti al progetto Radici. Sono stati scelti temi come l’amicizia, la fragilità, la percezione del proprio corpo, la spiritualità. Una esperienza particolare non solo per l’attore che vive nel proprio corpo il tema scelto, ma soprattutto per lo spettatore che, bendato, è guidato nel percorso con contatti e stimolazioni sonore, olfattive e tattili. E qui la sensazione più grande è forse quella delle mani che accompagnano, stringono, sfiorano toccano, accarezzano, spingono, in ultimo, che si intrecciano come se chi guida volesse traghettare fiotti di profonde, contrastanti emozioni su chi è guidato. Per tutto l’andare, le “tenebre” si colorano di amicizia. “Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque”(Erri De Luca)
Silvana Agostini
Pistoia, Venerdì 25 gennaio 2019
L’Associazione Oltre l’Orizzonte per la promozione del benessere psichico
compie vent’anni. Nata nel 1999 per volontà di un gruppo di familiari
stanchi di sentirsi isolati e impotenti ha avuto sempre lo scopo di
informare, sensibilizzare e promuovere sperimentazioni mirate a migliorare
la qualità della vita dei sofferenti psichici ma anche dei familiari. Un
viaggio durante il quale l’Associazione ha proposto innumerevoli progetti
molti dei quali sono diventati libri. Radici è l’ultimo progetto in ordine di
tempo ma esso è forse quello che è riuscito più di altri a coinvolgere
moltissime sinergie e persone. Il progetto era articolato in moduli
intersecanti costituiti da incontri informali e circolari con scrittori e artisti
pistoiesi che, hanno creato atmosfere intime di condivisione di emozioni e
di consapevolezza poi riprese negli incontri di scrittura autobiografica
(condotti da Rita Gualtierotti) e in moduli dedicati alla scoperta di sé e
dell’altro ( auto-mutuo aiuto, giardinaggio interiore). Ma il progetto si è
spostato anche “fuori delle mura” non solo per ripercorrere la città con
occhi attenti e riflettere poi sul senso di appartenenza, ma anche per
incontrare artisti che informalmente hanno dimostrato che sviluppare i
propri talenti e le proprie passioni è di grande aiuto per affrontare situazioni
anche drammatiche. Il “fuori” si è concretato anche in una visita a Barbiana
per riscoprire la figura di Don Lorenzo Milani, un grande maestro di vita.
Questo ed altro è diventato un libro a cura di Silvana Agostini che la stessa
presenterà nell’ambito del convegno del 25 gennaio prossimo. In scaletta,
dopo i saluti di Anna Maria Celesti, Assessore alle politiche di inclusione
sociale, e Maurizio Miceli, direttore UFC salute mentale Adulti Pistoia; Kira
Pellegrini ripercorrerà alcune tappe della Associazione da lei presieduta. Il
dott. Giuseppe Tibaldi psichiatra del dipartimento di salute mentale di
Modena e trainer del “Dialogo aperto” illustrerà questa metodologia con la
relazione “Le esperienze dialogiche e la promozione di narrazioni condivise
nelle esperienze psicotiche”. Un appuntamento importante questo per
l’Associazione Oltre l’Orizzonte ma anche per tutto il mondo del disagio
mentale troppo spesso dimenticato e sempre meno tutelato. (s.a - k.p.)
Radici. Un percorso condiviso
Per ritrovare e RI-scoprire talenti e risorse.
Venerdì 25 gennaio 2019 ore 15,00 - 19,00
Sala delle Assemblee, Fondazione Caript- via dÈ Rossi 24 Pistoia
Info:
Dalla centralità dei servizi di salute mentale alla centralità della persona. A che punto siamo?”
Intervento a Pistoia a gennaio 2017 di Paola Carozza, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze di Ferrara, membro del Direttivo della Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale, Membro del Board del World Association Psychosocial Rehabilitation) e autrice di numerose pubblicazioni sulla riabilitazione psichiatrica e sull’organizzazione dei servizi di salute mentale.
CLICCA QUI PER VEDERE I VIDEO DIRETTAMENTE SU YOUTUBE
Presso l’associazione (Via Macallè,19 –51100 Pistoia) è possibile avere sia la documentazione cartacea del progetto che il dvd.
–Kira Pellegrini,presidente di Oltre l’Orizzonte,associazione onlus per la promozione del benessere psichico
La simbologia della scultura Resurrezione e il disagio mentale
La scultura e la poesia “Resurrezione” di Adriano sublimano artisticamente il percorso di ripresa della vita nonostante i momenti di sofferenza e di crisi.
… Quando il disagio mentale si trasforma in malattia spesso porta la persona alla morte sociale e civile anche perché la gente ancora diffida di persone con questi disturbi. E' difficile mantenere le relazioni, il lavoro non c’è e l'autonomia di vita viene meno. Eppure, è stato dimostrato da evidenze internazionali che la guarigione è possibile per la maggior parte delle persone. Per guarigione non si intende ritornare allo stato precedente di assenza di malattia e di scommparsa di tutti i sintomi, ma acquisire consapevolezza della propria vulnerabilità e avere conoscenza degli strumenti disponibili per contenerla, andando avanti con la propria vita. È un’impostazione che conta sulle risorse personali, valorizza l’apporto dei professionisti e libera le risorse collettive. Questa è la resurrezione, la rinascita culturale e civile che vediamo simboleggiata nell'opera di Adriano Veldorale.. Lo stigma interno, cioè la mancanza di autostima, la percezione e talvolta il convincimento della irreversibilità della malattia con il conseguente abbandono delle speranze di ripresa, è l’ostacolo più grande. Ma la “resurrezione” dall’autoesclusione e dalla morte civile dipende sì da ciascuno di noi, ma anche dalla rete di sostegno che sta intorno: dai familiari, dagli amici, dai servizi sociosanitari, dalla comunità in tutte le sue articolazioni, dai mezzi di comunicazione. Il fardello, simboleggiato dal metallo, il materiale dell'opera, è troppo pesante per essere sollevato da soli ma il miracolo è possibile solo se ognuno di noi fa la sua parte con responsabilità. Ne basta un pezzettino a testa: Adriano Veldorale ha costruito il velo della “Resurrezione” con 16500 pezzettini, saldandoli insieme con pazienza e competenza, senza lasciare niente al caso, creando un insieme armonioso e leggero che sembra sollevarsi da solo. Questa è la simbologia che ci ha fatto entusiasmare ed identificare con l’opera oltre il suo valore artistico. Può essere applicata a ciascuno di noi. Siamo accomunati in quanto esseri umani, con le nostre fragilità, le nostre emozioni e le nostre risorse.
Domenica 30 aprile ore 16.30
Piccolo Teatro Mauro Bolognini Pistoia
Inserita nella programmazione ufficiale di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017
Ingresso libero (sarà apprezzato un piccolo contributo per i progetti culturali della compagnia)
Il testo è liberamente tratto da Veronica decide di morire di Paolo Coelho e da Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam
adattamento del testo di Cristian Corrias
regia di Alessandro Pecini
Veronica, un giorno decide che non vuole morire ...
Rinchiusa in manicomio, grazie all'aiuto di uno stravagante medico e all'amore che abbatte ogni convenzione, Veronica trova la forza per lottare e riconquista il coraggio per risalire la china della vita. La storia di Veronica parla della sofferenza dell'altro e della volontà disperata che serve ad andare oltre e dell'energia di credere nei nostri sogni che mai si esaurisce.
La storia di Veronica nel progetto Resurrezione: percorsi di rinascita sociale per persone con disagio psichico
Il progetto è stato promosso dall'associazione Oltre l'Orizzonte per sensibilizzare verso una visione moderna e allo stesso tempo antica della malattia mentale. Il tema ispiratore è la persona al centro del proprio percorso di vita e del proprio percorso di cura. Una crisi, un lutto, un momento di grande difficoltà o sofferenza sono solo una tappa di questo percorso, dopo la quale si deve ripartire con nuova consapevolezza e resilienza. Il primo evento il 14 gennaio è stato l'incontro con la prof. Paola Carozza dell'Università di Ferrara che ha parlato della presa di responsabilità non solo dei servizi pubblici di salute mentale ma anche delle persone stesse, dei loro familiari e della comunità tutta. Alla preparazione del secondo evento, l'esposizione della scultura Resurrezione di Adriano Veldorale in Battistero il 29 aprile, e del relativo catalogo, ha partecipato anche il gruppo “I ragazzi del venerdì” dell'associzione Oltre l'Orizzonte con un modulo di scrittura guidato dalla prof. Rita Gualtierotti sul concetto di ripresa. Alcuni di questi brani verranno letti dal GAD insieme alla poesia Resurrezione di Adriano Veldorale a chiusura della cerimonia di inaugurazione della scultura, che rimarrà esposta fino alla fine di maggio.
L'evento finale, lo spettacolo teatrale La storia di Veronica, rientra pienamente nel progetto sia per il tema che affronta che per il percorso della piccola compagnia che lo presenta, l'associazione I Lunatikos, nata dal ventennale laboratorio teatrale del centro di salute mentale di Pistoia. Per loro il teatro come processo di conoscenza delle proprie emozioni e la promozione delle relazioni interpersonali è stato uno strumento potente per uscire dalla solitudine e dall'isolamento. Lo spettacolo è frutto di due anni di lavoro ed è importante che il comune di Pistoia gli abbia concesso visibilità nel prestigioso teatro cittadino. La compagnia è nata da poco e desidera offrirsi al territorio per progetti culturali ed educativi. Per contribuire alla sua emancipazione e autonomia l'associazione Oltre l'Orizzonte apprezza il contributo liberale che gli spettatori vorrano lasciare e lo devolverà totalmente alla compagnia.
Sabato 29 aprile ore 16:30
Battistero Piazza Duomo Pistoia
Questo evento è nato nato da un incontro di intenti fra l’artista pistoiese e l’Associazione Oltre l’Orizzonte.
Aprirà ufficialmente l’evento un’introduzione di Kira Pellegrini e della curatrice del progetto Caterina Morelli, dopodichè avrà luogo la presentazione critica della scultura e della sua valenza come metafora nella società contemporanea, anche in relazione alla scelta della collocazione nel Battistero di Pistoia, ad opera della storica d’arte Ilaria Magni. L’inaugurazione sarà anche l’occasione per presentare al pubblico il catalogo, che comprenderà anche alcuni scritti elaborati dai Ragazzi del Venerdì dell'associazione Oltre l'orizzonte sotto la guida della prof. Rit Gualtierotti.
L’evento rappresenta il cardine di un progetto culturale più ampio, promosso dall’Associazione Oltre l’Orizzonte fra le manifestazioni di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017, “Resurrezione: percorsi di rinascita sociale per persone con disagio psichico” è il titolo del ciclo di esperienze culturali diverse (conferenze, proiezioni, spettacoli teatrali) che hanno visto impegnata l’Associazione per la sensibilizzazione della comunità sulle forme di recupero di identità sociale della persona affetta dalla malattia mentale
La mostra espone una sola opera, una Resurrezione, composta da circa 16500 triangoli d’acciaio saldati a formare una sagoma del corpo del Cristo Risorto, posta sopra il celebre fonte battesimale di Lanfranco da Como (risalente al 1226), come ad elevarsi a partire dalla sua sommità. L’artista plasma il ferro per “frantumarlo”, disgregandolo in triangoli e poi ricomponendolo, traendone come risultato una stoffa malleabile e adatta a descrivere con efficace versatilità l’intimismo di un’emozione. Veldorale afferma, con la potenza visiva del ferro forgiato, la metafora del Cristo Risorto, il quale prima di tutto è un Uomo che ha sofferto sulla croce, come chiunque soffra una malattia. Ecco quindi l’analogia fra “Resurrezione” e la missione di rinascita sociale che l’associazione promuove per le persone che ivi sono accolte: acquisire la consapevolezza della propria vulnerabilità, i persistenti segni della Passione, ed avere coscienza degli strumenti per controllarla. L’opera parla a tutti noi di come si può rinascere dal proprio calvario, di come la croce della malattia, in qualsiasi forma, non debba essere un limite invalicabile, ma un ostacolo da imparare a superare, come la pietra, pur pesante, del sepolcro.
“Resurrezione” è un messaggio di speranza di ricostruire una nuova vita, è il simbolo di una riabilitazione sociale dell’uomo contemporaneo, a fronte della discriminazione con cui la nostra attualità pregiudica, giudica, e addita alla diversità dell’altro.
Venerdì 7 aprile, ore 16.30 nell'ambito del progetto "Resurrezione: percorsi di rinascita sociale per persone con disturbi psichici" l'associazione Oltre l'Orizzonte" presenta, in collaborazione con la biblioteca S. Giorgio di Pistoia, il film La pazza gioia di Paolo Virzì. Prima della proiezione interverranno brevemente Kira Pellegrini, presidente dell'associazione e Giuseppe Bruni, psicoterapeuta. Questo film con sensibilità e intelligenza porta ad andare oltre i luoghi comuni per entrare in empatia con l'altrui sofferenza e l'altrui umanità, abbattendo steccati.