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Oltre l'Orizzonte

Associazione per la promozione del benessere psichico

"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -

Normativa e realtà

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La cura nella Salute Mentale come valorizzazione della persona e difesa della democrazia

Pubblicato il 18 Luglio 2021

La cura del dolore nel campo della Salute Mentale pubblica è in crisi. Il dominio del modello biomedico l’ha inaridita. L’approccio puramente farmacologico alla “sofferenza mentale” e, tendenzialmente, a tutte le problematiche esistenziali, appiattisce sulla biologia i nostri desideri, sentimenti, pensieri e azioni, facendo leva su un obsoleto determinismo naturalistico. Esso ha creduto di potersi accreditare scientificamente a forza di “evidenze”, costruite a sua immagine e somiglianza, ma l’aver perso di vista l’esperienza soggettiva l’ha condotto a risultati deludenti. Ci sono state tante ricerche, investite grandi risorse finanziarie, sono stati pubblicati molti articoli, ma non sono stati ridotti i suicidi, i ricoveri e non sono stati migliorati gli esiti di guarigione delle persone con problemi di salute mentale.

Il modello biomedico ha trovato sostegno nei media, nell’insegnamento universitario, in gran parte dei servizi di Salute Mentale e ha contagiato settori della psicologia. Si è capovolta progressivamente la prospettiva, faticosamente conquistata, dell’umanizzazione della cura psichiatrica e si è registrato un ritorno prepotente alla logica dell’“istituzione totale” rivisitata: la reclusione delle persone sofferenti in esistenze diagnostiche costruite in funzione di trattamenti farmacologici disinvolti. Le ricerche scientifiche che mostrano l’uso eccessivo, inappropriato dei farmaci, che soffoca insieme ai sintomi anche la persona, e indicano la possibilità concreta di un loro uso pensato, accurato, sono ignorate.

La psichiatria dissociata dalla psicoanalisi/psicologia dinamica, dalla pratica psicoterapeutica, dalla fenomenologia, dalla psichiatria sociale e relazionale si è impoverita e rischia di ridursi in mestiere tecnico di contenimento/sedazione delle emozioni, fatto da psichiatri che pensano e agiscono secondo algoritmi. La relazione terapeutica si è chiusa nel rapporto assistenziale a senso unico tra curanti e curati, invece di costituirsi nell’ambito della reciprocità, dello scambio affettivo e mentale tra pari. L’attuale stato delle cose favorisce la spersonalizzazione dei vissuti sia degli operatori sia delle persone sofferenti. E tende a creare un clima depressivo, emotivamente povero, negli spazi della cura. La riforma Basaglia, che ha ridato dignità di cittadinanza e diritto alla soggettivazione della propria vita al “paziente psichiatrico” (sino ad allora non considerato entità giuridica e politica), è sotto attacco, nonostante le dimostrazioni di qualità provenienti da quei servizi che ne hanno applicato lo spirito in modo innovativo. È tempo che tutte le forze riformatrici che considerano il pensiero e la prassi della cura psichica pubblica come strumenti critici di costruzione solidale e democratica della vita cittadina si uniscano per opporsi alla controriforma in atto. Per costruire un approccio al dolore psichico fondato sul dialogo tra saperi che si confrontano tra di loro in modo paritario.

Lavorare insieme, unire saperi ed esperienze in un approccio multidisciplinare, ha rappresentato, nei momenti migliori, l’elemento portante dei dispositivi di cura. Questa eredità tradita deve essere recuperata.
A partire dalla valorizzazione del lavoro dell’équipe territoriale, fulcro dell’intero sistema della Salute Mentale e luogo in cui integrano tra di loro i diversi approcci alla cura:

  • -  Il trattamento farmacologico mirato e critico, coadiuvato da un lavoro paziente di sostegno relazionale e di accoglienza umana del dolore, che è funzionale al contenimento dell’angoscia acuta, invasiva, e della depressione.
  • -  La cura, ispirata alla teoria e alla clinica psicoanalitica/psicodinamica (nelle sue varie forme: individuale, di gruppo, di coppia, di famiglia) e ai principi fenomenologici, che promuove il lavoro di trasformazione psichica necessario al ritorno in gioco della soggettività desiderante.
  • -  La terapia delle relazioni, che usa principi sistemico-familiari e cognitivo-dialogici.
  • -  Il lavoro di integrazione socio-culturale nella comunità in cui si vive, che richiede una competenza specifica delle dinamiche psichiche e sociali della collettività, una grande sensibilità umana e una collaborazione costante con le istituzioni e con gli ambienti della cultura umanistica, della letteratura, del teatro, del cinema, dell’arte. Questi ambienti hanno una funzione preziosa nella costruzione della comunità, nella configurazione delle reti

condivise di significazione dell’esperienza che creano un senso di identità aperto alla

differenza, all’alterità, non chiuso in sé stesso.

  • -  Il lavoro di prevenzione, basato sulle diagnosi precoci, sulla valorizzazione dell’interventopsicopedagogico e della psicoterapia nei bambini e negli adolescenti, sull’individuazione di realtà familiari fragili, sugli interventi di sostegno in ambienti sociali vulnerabili colpiti da fenomeni di degrado, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, negli ospedali.
  • -  La partecipazioni attiva e organizzata degli utenti con problemi di salute mentale che portano il contributo della loro soggettività al processo di cura.
  • -  Il superamento delle pratiche coercitive e violente attraverso la critica costante e la promozione di pratiche alternative in tutti i contesti di cura.Il buon funzionamento dell’équipe ha un suo indispensabile complemento in un rigoroso lavoro epidemiologico e di ricerca clinica che affida la verifica del lavoro svolto soprattutto a criteri di qualità: lo sviluppo dei legami affettivi, della creatività e della libertà di espressione personale. L’équipe richiede una buona formazione di partenza in tutte le sue componenti. Essa non è, tuttavia, la somma delle competenze che la compongono, non è un’attività poli-ambulatoriale. Non si identifica con una sede ma la sua funzione si diffonde nel territorio e eccede la sua composizione in due sensi. Da una parte include nel suo lavoro il gruppo dei pazienti, i loro familiari, le forze culturali e sociali con cui interloquisce; dall’altra amalgama tra di loro le diverse prospettive che ospita nel suo interno creando una prospettiva unitaria, un lavoro di cura coerente. L’équipe è luogo di formazione e di ricerca permanente, il luogo in cui la terapia della sofferenza grave, invasiva, si configura attraverso l’esperienza in modo autentico, vero.La cura psichica non è un’applicazione di principi tecnici ai quali le persone sofferenti devono aderire, in una falsificazione reciproca di rapporti. È una prassi, un prattein nel senso nobile del termine che gli ha assegnato Aristotele: l’agire che ha come suo oggetto la vita dell’uomo. La prassi della cura psichica è un lavoro che segue principi scientifici, ma prende forma nell’ambito di relazioni personali, non anonime, come sapere artigianale che riconosce in ogni storia di sofferenza la sua particolarità, in ogni esistenza sofferente la sua trama originale. L’umanizzazione della cura non perde mai di vista gli strumenti farmacologici o i dispositivi relazionali che contengono l’angoscia. La cura, tuttavia, è nella sua essenza un prendersi cura della relazione con le persone che soffrono. Essa è, al tempo stesso, mezzo e fine, affermazione della soggettività.

    È fuorviante e profondamente dannoso per la salute psichica dell’intera comunità che la cura della sofferenza grave sia orientata e definita da coloro che lavorano in laboratorio, sulla base di schemi diagnostici “obiettivi” prodotti da una compulsione tassonomica che nulla aggiunge al sapere prognostico, senza entrare mai in contatto con le persone sofferenti, senza conoscere i loro desideri, le loro emozioni, i loro pensieri travagliati, senza sentire il loro respiro, senza incrociare il loro sguardo. Le espressioni bizzarre, tormentate, incoerenti di una psiche lacerata se da una parte sono manifestazione di una sottostante angoscia destrutturante, che deve pur trovare tregua, sollievo, dall’altra sono l’unica forma con cui la persona sofferente si tiene viva e comunicante. La loro soppressione attraverso un abuso di cure farmacologiche, fa rientrare dalla finestra ciò che si pensava essere stato accompagnato alla porta: la logica manicomiale, la cancellazione violenta di identità, di esistenze umane.

    L’approccio puramente quantitativo alla terapia del dolore psichico - la sua sedazione che mira soprattutto a renderla invisibile - ha portato allo sviluppo di un dolore sordo che svuota il senso dell’esistenza, diffondendosi ben al di là dei confini della sofferenza “psichiatrica” conclamata. Le soluzioni anestetiche non riguardano solo coloro che patiscono una sofferenza psichica grave, ma affliggono chiunque nelle varie fasi della sua vita incontri difficoltà, incertezze, vacillamenti, crisi esistenziali. Persone giovani o adulte che hanno un’alta probabilità di essere ridotte a un’etichetta diagnostica con cui saranno portate ad identificarsi e con cui saranno identificate.

    Il progetto mistificante di una società senza dolore che passivizza i cittadini, sia deprimendoli sia spingendoli verso la scarica impulsiva/compulsiva delle loro emozioni, ha creato storicamente un

terreno favorevole al totalitarismo. Ribellarsi all’equiparazione tra la persona e la sua biologia è una questione di civiltà. Contrastare la standardizzazione, l’omologazione dei comportamenti e la sottomissione della nostra concezione della vita al tecnicismo dilagante, è affermare la democrazia

Angelo Barbato Istituto Mario Negri Milano
Antonello D’Elia Presidente di Psichiatria Democratica
Pierluigi Politi Ordinario di Psichiatria Università di Pavia
Fabrizio Starace Presidente Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica Sarantis Thanopulos Presidente della Società Psicoanalitica Italiana

PDF: Manifesto Salute Mentale

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Attività e COVID-19

Pubblicato il 28 Maggio 2020

A causa del covid-19 l'associazione Oltre l'Orizzonte ha dovuto sospendere l'attività di socializzazione "I ragazzi del venerdì" con i relativi progetti ma sono ricominciati gli incontri individuali. Ribadiamo che ai soci e ai frequentatori del venerdì l'associazione offre da 1 a tre incontri gratuiti con la psicoterapeuta Serena Petrocelli. La presidente Kira Pellegrini riceverà su appuntamento i soci e chiunque cerchi informazioni o abbia quesiti da porre riguardo ai servizi per la salute mentale. Contattare via email a o per cellulare.

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Appunti per Ricominciamo: Conferenza Salute mentale - 30 maggio 2020

Pubblicato il 28 Maggio 2020

Appunti per Ricominciamo: Conferenza Salute mentale - 30 maggio 2020

Criticità: Cronicizzazione nei servizi per la salute mentale. Devono essere esplicitamente e fattivamente trasformati per promuovere l'emancipazione delle persone, escludendo ogni forma di paternalismo che caratterizza l'impostazione attuale.

Attenzione alla eccessiva prescrizione degli psicofarmaci e ai loro effetti collaterali.

A livello nazionale:

Aggiornamento di vecchie leggi. Rivedere tutte le leggi che trattano la disabilità psichica in tutti i campi

Esempio:

Il lavoro:

  1. la L.68/99 art. 9 comma 4 esclude i disabili psichici dalla selezione numerica e di fatto vieta loro di partecipare ai concorsi pubblici (incostituzionale?)
  2. Limiti diversi per essere esenti da tassazione: circa euro 7000 per disoccupati, 4500 per disabili con disabilità fino al 99% e 14000 per disabili con il 100% di invalidità: se non hanno mai lavorato i disabili non sono come i disoccupati? Comunque è necessario alzare il limite di reddito

L'amministrazione di sostegno: la legge per favorire l'autonomia è diventata uno strumento per prevaricare la persona e escluderla dal proprio progetto di vita.

La privacy: nella pratica quotidiana è usata per escludere familiari e per non fare corretta informazione sui farmaci, favorisce l'impostazione paternalistica

A livello regionale: Manca la visione d'insieme. Necessari accordi più stringenti nella conferenza stato-regioni: Potenziare il numero degli psicologi, favorire i percorsi di autonomia (abitare, lavoro ), limitando la possibilità di ricorso a strutture cronicizzanti, costruzione di reti territoriali per l'inclusione sociale, costruire spazi per la socializzazione, l'auto-aiuto).

Rivedere i criteri per la verifica dei servizi che attualmente sono quasi esclusivamente sanitari. Collegamento università-territorio con tirocini e stage. Formazione degli operatori: impostazione dei servizi basata sull'empowerment, lavoro in equipe e verifica di efficacia.

(caratteri 1988)

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A ciascuno la sua canzone

Pubblicato il 6 Settembre 2019

Dopo il progetto Radici, un percorso condiviso per ritrovare e RI-costruire talenti e risorse, portato a termine nel 2018, il gruppo, in un incontro preliminare di brainstorming, ha scelto la MUSICA come tema per il nuovo progetto. L’equipe dei progettisti ha approvato la scelta facendola diventare un’altra tappa nel percorso emancipativo dei “Ragazzi del Venerdì” con lo scopo di aiutare le persone a scoprire e utilizzare le risorse personali ed esterne per arricchirsi e per sviluppare sempre più le proprie capacità di resilienza.

Il progetto è costituito da varie fasi.  Si parte da “La mia canzone del cuore”, che si incentra sulla motivazione all’ascolto e sulle emozioni: musica e canto diventano di nostra appartenenza quando sollecitano emozioni e diventano risorse in momenti di fragilità.  Ascoltarle con attenzione richiede concentrazione individuale e condivisione di gruppo. Ogni incontro viene dedicato a due o tre canzoni. A conclusione degli incontri è prevista la realizzazione di un “Canzoniere” comprendente le canzoni protagoniste illustrate dai ragazzi del gruppo con propensione al disegno. Il Libro verrà presentato in un convegno previsto nel mese di dicembre /gennaio2020. Il progetto ha ottenuto il contributo di Farcom.

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“Radici per ritrovare e riscoprire talenti e risorse” L’Associazione Oltre l’Orizzonte festeggia i suoi 20 anni di attività con un convegno

Pubblicato il 23 Gennaio 2019

L’Associazione Oltre l’Orizzonte per la promozione del benessere psichico
compie vent’anni. Nata nel 1999 per volontà di un gruppo di familiari
stanchi di sentirsi isolati e impotenti ha avuto sempre lo scopo di
informare, sensibilizzare e promuovere sperimentazioni mirate a migliorare
la qualità della vita dei sofferenti psichici ma anche dei familiari. Un
viaggio durante il quale l’Associazione ha proposto innumerevoli progetti
molti dei quali sono diventati libri. Radici è l’ultimo progetto in ordine di
tempo ma esso è forse quello che è riuscito più di altri a coinvolgere
moltissime sinergie e persone. Il progetto era articolato in moduli
intersecanti costituiti da incontri informali e circolari con scrittori e artisti
pistoiesi che, hanno creato atmosfere intime di condivisione di emozioni e
di consapevolezza poi riprese negli incontri di scrittura autobiografica
(condotti da Rita Gualtierotti) e in moduli dedicati alla scoperta di sé e
dell’altro ( auto-mutuo aiuto, giardinaggio interiore). Ma il progetto si è
spostato anche “fuori delle mura” non solo per ripercorrere la città con
occhi attenti e riflettere poi sul senso di appartenenza, ma anche per
incontrare artisti che informalmente hanno dimostrato che sviluppare i
propri talenti e le proprie passioni è di grande aiuto per affrontare situazioni
anche drammatiche. Il “fuori” si è concretato anche in una visita a Barbiana
per riscoprire la figura di Don Lorenzo Milani, un grande maestro di vita.
Questo ed altro è diventato un libro a cura di Silvana Agostini che la stessa
presenterà nell’ambito del convegno del 25 gennaio prossimo. In scaletta,
dopo i saluti di Anna Maria Celesti, Assessore alle politiche di inclusione
sociale, e Maurizio Miceli, direttore UFC salute mentale Adulti Pistoia; Kira
Pellegrini ripercorrerà alcune tappe della Associazione da lei presieduta. Il
dott. Giuseppe Tibaldi psichiatra del dipartimento di salute mentale di
Modena e trainer del “Dialogo aperto” illustrerà questa metodologia con la
relazione “Le esperienze dialogiche e la promozione di narrazioni condivise
nelle esperienze psicotiche”. Un appuntamento importante questo per
l’Associazione Oltre l’Orizzonte ma anche per tutto il mondo del disagio
mentale troppo spesso dimenticato e sempre meno tutelato. (s.a - k.p.)


Radici. Un percorso condiviso
Per ritrovare e RI-scoprire talenti e risorse.
Venerdì 25 gennaio 2019 ore 15,00 - 19,00
Sala delle Assemblee, Fondazione Caript- via dÈ Rossi 24 Pistoia

Info:

Depliant evento 25 gennaio 2019

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Visita alla Casa di Gello

Pubblicato il 26 Giugno 2016

Ad aprile 2016 un piccolo gruppo de “I ragazzi del venerdì” si è recato alla “Casa di Gello” nella quale l'associazione Agrabah gestisce un centro diurno per autistici adulti. Scopo della visita era un incontro con Edoardo Salvi, l’artista che ha arricchito la casa con molti dipinti pensati e realizzati specificamente per questo luogo e per le persone che ospita.
Salvi è caro alla nostra associazione perchè fin dalla nostra nascita ha sempre risposto ai nostri appelli con proposte creative che toccano il profondo dei sentimenti. In questo incontro l'artista non ha voluto parlare di sé e del proprio lavoro ma ha messo l'accento su che cosa l'ha ispirato a quelle realizzazioni. Innanzitutto ha dato importanza ai colori forti come per richiamare alla vita emozioni sopite in persone che non riescono a esprimerle.
Nel quadro che Salvi ci ha presentato come "Chiamalo sonno" nella grande sala polivalente, le figure sono immobili, chiuse in se stesse come dormienti, in attesa di risvegliarsi alla vita. Sembrano pronte a farlo per la forza che il colore conferisce loro.

Visita alla Casa di Gello 2.doc

Passare subito all’altro dipinto di grandi dimensioni, "Risveglio", posto a  pendant del precedente, ha suscitato vivo interesse: la vita imprigionata nelle pietre si risveglia, il colore predominante è l'azzurro e il coniglio rosso, completamente a suo agio, si alimenta, promettendo una vita serena di partecipazione.

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La visita è continuata e la visione delle opere è stata libera, non c'era bisogno di molte spiegazioni per godere della magìa, di colori, forme, personaggi e paesaggi. Saranno altri i momenti per approfondimenti tematici e simbolici. Si consiglia anche il catalogo, edito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia,nel quale sono riprodotti tutti dipinti unitamente ad uno scritto firmato da Tristano Ilari a cura di Edoardo Salvi.

Salvi

L'incontro è stato memorabile per l'aspetto artistico ma anche per quello che riguarda l'offerta riabilitativa del centro. Abbiamo incontrato il presidente e la vice presidente di Agrabah, due genitori che hanno voluto la Casa di Gello e che la gestiscono con dedizione, e alcuni operatori. Ci hanno colpito i grandi spazi accoglienti, il giardino e l'orto dove gli ospiti vengono impegnati in un'attività lavorativa. Un bell'esempio di come progetti integrati di pubblico e privato possano rispondere in modo intelligente e innovativo alla domanda di presa in carico disabilità anche molto gravi.

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maggio 2016 Incontri sul progetto personalizzato

Pubblicato il 10 Maggio 2016

Incontri di approfondimento

Il progetto individuale personalizzato:

la persona al centro del proprio percorso

(di mercoledì al villino Il Perseo,  Viale Petrocchi 181 - ore 16.30 -18.30)

 11 maggio 2016

- La normativa regionale

- Innovazione del percorso    riabilitativo

- La guarigione sociale

18 maggio 2016

- Fra modulo cartaceo e progetto di vita 

- Esercitazione: gli obiettivi a  breve, a medio e a lungo termine

 25 maggio 2016

-Il ruolo dei vari attori del  progetto

(la persona, i familiari, i servizi, l’amministratore di sostegno, la rete sociale)  

1 giugno 2016

-Le verifiche del progetto

                     Discussione generale

 

La partecipazione è gratuita per utenti e familiari

Per l’iscrizione o per informazioni telefonare a Kira Pellegrini (328 9081569) 

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12 gennaio 2016 - Profilo di Salute

Pubblicato il 20 Gennaio 2016

Nella Sala Maggiore del Palazzo comunale é stata  presentata la

Sintesi dei lavori condotti dai focus group tematici

Con i presenti è stato discusso il profilo di salute della zona Pistoiese

Temi affrontati:

 Immigrazione e salute

Solitudini che attraversano le nostre città e i nostri paesi

Malattie infettive e malattie riemergenti

Cronicità

Disabilità

Salute mentale

Malattia di Alzheimer

Percorso oncologico: assistenza extra-ospedaliera

Dopo le presentazioni delle sintesi è stata infatti aperta la

discussione

a cittadini, amministratori, operatori servizi, associazioni

Ha tratto le conclusioni il Presidente della SdS, Samuele Bertinelli

La presidente dell'associazione Oltre l'Orizzonte ha letto un documento che sintetizza la situazione dei servizi di Salute Mentale e le richieste dell'associazioneprofilo di salute 12 gennaio 2016

Profilo di salute _ Focus Salute Mentale _Pistoia, 12 gennaio 2016

Come portavoce del gruppo sulla salute mentale chiedo a tutti voi di tenere sempre presente che:

NON C’È SALUTE SENZA SALUTE MENTALE

Il gruppo di lavoro

La partecipazione al gruppo di lavoro è stata costante e talvolta piuttosto animata da parte delle associazioni. La presenza sanitaria è stata saltuaria e i servizi ASL si sono posti in una situazione principalmente di ascolto. Gli incontri sono stati tre arricchiti anche da riflessioni inviate via internet e puntualmente inserite da parte dei due facilitatori.

 

Metodologia

Si è partiti dalla narrazioni di storie e situazioni anche drammatiche per arrivare ad una discussione più sistematica sui bisogni suddivisi per aree tematiche (Salute mentale Infanzia-adolescenza, Salute Mentale Adulti, Dipendenze). Gli aspetti socio-sanitari sono molto intersecati, spesso “inscindibili” fra loro ma per approfondire la discussione sono stati analizzati separatamente.

 

Relazione

La relazione che leggerò non è quella preparata dalla coordinatrice del gruppo non per contestazione nei confronti della facilitatrice del gruppo, alla quale confermo la mia stima ma perchè nelle due settimane intercorse fra l'incarico di fare il portavoce e oggi sono accaduti fatti molto gravi che mi hanno fatto optare per un taglio diverso alla relazione. Tuttavia sono sicura di riportare fedelmente i contenuti emersi nel corso dei tre incontri. Comunque troverete tutto sulla documentazione presentata per intero alla società della salute.

 

La relazione ufficiale inizia con la definizione di salute da parte dell’organizzazione mondiale della sanità:

Stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni»

È certo che tutti aspiriamo a questo stato di “benessere emotivo e psicologico” e non sempre lo raggiungiamo ma pensate a quanto difficile deve essere per le persone affette da disturbi psichici.

Le malattie mentali sono varie e di varia natura e comportano sofferenze indicibili sia per le persone stesse che per i familiari. Quando i sintomi diventano cronici ne risente tutto il nucleo familiare, che facilmente si disgrega. Spesso rimane un unico genitore a sostenere il fardello psichico e il peso economico con la perenne preoccupazione del “dopo”.

Eppure le evidenze dimostrano che tutti possono migliorare la qualità della propria vita, che molti guariscono anche da malattie molto gravi, e che per molti altri si può raggiungere un livello di resilienza, cioè, di capacità di tenuta che permette di costruirsi una vita soddisfacente e di andare avanti dopo momenti di crisi.

 

Cosa serve dunque?

Le statistiche ci dicono che la componente farmacologica, quando necessaria, non incide più del 10-15%. Però quanta responsabilità per gli psichiatri che si concentrano quasi esclusivamente su questa! Occorre che la prescrizione sia appropriata, che sia monitorata e aggiustata attentamente perché ogni persona è diversa dall’altra, ogni periodo della vita è particolare e tutti ormai sappiamo quanto siano pesanti e talvolta invalidanti gli effetti collaterali dei farmaci. Non sempre questo avviene. Il resto del “lavoro sanitario” dovrebbe puntare a quello che viene definito dalla parola inglese empowerment – “dare potere”, mettere in grado di, o meglio “aiutare le persone a scoprire le proprie potenzialità, a recuperare la propria autostima, a prendersi le responsabilità della propria vita. Le associazioni rimproverano l’approccio ancora massicciamente ambulatoriale. Le attività riabilitative importantissime e di buon livello che sono state messe in piedi anche all’interno dell’unità funzionale sono considerate da parte degli psichiatri solo come forme di intrattenimento e quindi perdono di efficacia.

Molti pazienti e familiari dei nostri servizi si lamentano di essere trattati con paternalismo e poco rispetto, della mancanza di empatia, dei tempi di attesa interminabili. Sostengono di non ricevere informazioni né sui farmaci, né sui servizi, né sui loro diritti.

Le normative regionali si ispirano ad una visione più innovativa ma la Regione non prescrive misure impositive e le normative vengono poco applicate. I piani sociosanitari regionali prevedono da più di dieci anni i progetti individuali personalizzati. Questo comporta una presa in carico continuativa di più figure professionali ma gli psicologi sono diventati merce rara con molteplici mansioni anche fuori dell’unità funzionale e il lavoro di èquipe è inesistente. Le verifiche dell’efficacia del progetto sono considerate burocrazia e i pazienti non sono gli attori protagonisti del proprio progetto di vita come dovrebbe essere.

Ma allora è solo colpa degli psichiatri? Sicuramente no.

Per essere efficaci i progetti riabilitativi hanno bisogno di quel restante 85-90% che dipende dal socio-sanitario, previsto fin dal 1997 e mai attivato con efficacia. Gli operatori della psichiatria sono sempre stati in trincea, praticamente soli a gestire le emergenze e piano piano si sono occupati solo di quelle arrivando alla convinzione anche inconscia che bisogni soltanto attutire i sintomi perché tanto le persone non migliorano. E allora l’uso massiccio dei farmaci sembra essere l’unica soluzione. Negli ultimi anni è stata anche eliminata la supervisione esterna con la convinzione che fossero “soldi buttati via.”

Gli uffici, i referenti, le amministrazioni con cui gli operatori della salute mentale si devono interfacciare sono innumerevoli, la burocrazia eccessiva e i tempi si allungano in maniera spropositata.

Contiamo sulla società della salute per delineare chiaramente i processi interni ai servizi sanitari e a quelli socio-sanitari, con la designazione dei responsabili del processo e la comunicazione chiara ai cittadini sui dirigenti e funzionari da contattare. Diventa sempre più necessario creare una modalità chiara, trasparente e “integrata” per veicolare le informazioni ai cittadini e facilitare l’accesso ai tutti i servizi.

Devono essere applicati alcuni strumenti già previsti:

  1. Accesso diretto alle cure senza passare o dal medico di mmg o dal CUP.   A Pistoia questo non avviene dalla primavera scorsa e di settimana in settimana viene rimandato il provvedimento.
  2. Carta dei servizi ASL obbligatoria per l’accreditamento: non esiste a Pistoia per la salute mentale (le informazioni sul sito ASL risalgono al 2011 e sono obsolete e non illustrano i percorsi e i referenti per i cittadini)
  1. Un operatore ogni 1500 abitanti: Pistoia ne ha il numero più basso di tutta la Toscana, vertiginosamente diminuito dal 2012. Eppure è opportuno ricordare che in salute mentale non c’è bisogno di apparecchiature costose, solo di operatori ben formati e motivati. Questo ha portato ad un ricorso massiccio delle convenzioni con fornitori esterni, fatte da pacchetti di prestazioni senza progettualità e senza verifica di efficacia. Una grande lacuna si rileva per quanto riguarda l’Unità funzionale Infanzia e Adolescenza che ha pochissimi neuropsichiatri infantili e nessun educatore. Ne era stato finalmente promesso uno ma non hanno fatto in tempo a firmare tutte le carte prima che dal direttore generale si passasse al commissario).Nel gruppo di lavoro sono stati segnalate emergenze riguardo all'intercettazione del disagio giovanile, ai problemi degli autistici al momento del raggiungimento della maggiore età e all'aumento delle doppie diagnosi con dipendenze oltre che da sostanze stuoefacenti da fumo, alcool e gioco d'azzardo.
    1. Ripartizione spese del fondo regionale: sbilanciata a Pistoia in favore dell’ospedale rispetto alla percentuale consigliata dalla Regione
    2. Spesa sanitaria per la salute mentale mai superiore a 3,2-3,3% a Pistoia mentre dovrebbe essere 5% per la legge nazionale, 4,5% per la Regione Toscana
    3. Integrazione socio-sanitaria prevista fin dal 1997: non attivata nella sostanza a Pistoia nonostante sia irrinunciabile per attivare strumenti riabilitativi e socialmente inclusivi
  2. Abitare supportato verso l'autonomia: è assolutamente inadeguato per arretratezza dell’impostazione riabilitativa, indifferenza dell’amministrazione ASL e tirannia dell’ufficio tecnico ASL, linee guida regionali troppo generiche, disattenzione politica, progettuale e amministrativa da parte dei comuni
  3. Lavoro: le azioni messe in atto a Pistoia sono clamorosamente inefficaci (corsi, corsi, corsi senza mai introdurre le persone nel mondo del lavoro)  
    1. Amministrazione di sostegno: è uno strumento piuttosto nuovo ideato per sostenere i percorsi di autonomia alle persone con fragilità ma non ben capito e a volte mal utilizzato. Il lavoro di informazione e di mediazione costruito dal centro antidiscriminazione della provincia era veramente una buona pratica ma ora è stato drasticamente ridimensionato.

Bisogna operare anche per la socialità :

  • costruire e rinforzare reti sociali,
  • creare spazi polivalenti,
  • combattere il pregiudizio e lo stigma con azioni inclusive all’interno di una progettualità condivisa con chi questi bisogni li vive.

 

 

Conclusioni:

  • Alla Società della Salute chiediamo lo snellimento della burocrazia   e l’azzeramento dei tempi morti. Chiediamo che i cittadini siano resi maggiormente protagonisti nelle decisioni che riguardano la loro sfera personale e la loro salute. È assolutamente irrinunciabile investire sulla formazione a tutti i livelli, inserendo la verifica dell’efficacia ad ogni livello, per giungere alla progettualità condivisa
  • Al dipartimento di salute mentale chiediamo di coinvolgere tutti gli operatori nell’individuare la visione e la missione del servizio secondo le evidenze di buone pratiche riabilitative che diano ampio spazio al protagonismo delle persone e si dedichino a considerare la persona nel suo insieme di mente, corpo e umanità.

Nell’augurare buona vita a tutti ribadisco che non c’è salute senza salute mentale.

Kira Pellegrini, presidente dell'associazione Oltre l'Orizzonte

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11-16 dicembre Scrivere se stessi

Pubblicato il 12 Dicembre 2015

Scrivere se stessi

l’autobiografia per il benessere psichico

per riconoscersi e conoscersi di nuovo

per ritrovarsi e ritrovare creatività e talenti

La sofferenza mentale come tappa e non come destino

11 dicembre 2015  ore 16-19.30 Circolo N. Puccini - tel. 0573 400180 Capostrada - Pistoia

Incontro con gli autori

16.00 - Ringraziamento agli autori- Kira Pellegrini - presidente di Oltre l'Orizzonte

16.30 - Saluti del Dipartimento di salute mentale - dott. Vito D’Anza, coordinatore

16.45 - Letture tratte dalle autobiografie

17.15 - Commenti liberi degli autori

18.00 - La lunga esperienza con Oltre l'Orizzonte - prof. Rita Gualtierotti - esperta in metodologie autobiografiche

18.30 - La documentazione: dal manoscritto alla stampa - Daniela Papini, volontaria di Oltre l’Orizzonte

18.45 - Il progetto "Scrivere se stessi" e Oltre … - Kira Pellegrini

19.00 - Saluti - Marcello Magrini, presidente delegazione Cesvot Pistoia

                     - Daniele Mannelli, responsabile Zona Distretto Pistoiese ASL3 e della Società della Salute Pistoiese

19.30- Conversazione fra gli intervenuti

20.00 - Cena con gli autori

16 dicembre 2015 ore 15-18.30  Sala Sinodale del Palazzo dei Vescovi Piazza Duomo - Pistoia

Riflessioni con esperti

15.00 - Presentazione del progetto "Scrivere se stessi" - Kira Pellegrini - presidente associazione Oltre l'Orizzonte

15.30 - Letture tratte dalle autobiografie e testimonianze degli autori

16.00 - Ad ogni vita il suo racconto- prof. Rita Gualtierotti, esperta in metodologie autobiografiche

16.30 - Sopravvivere alla catastrofe: le storie di guarigione nella psichiatria di comunità - dott. Giuseppe Tibaldi, CSM ASLTO2

17.15 - Il racconto della vita: ascolto e trasformazione - dott. Andrea Bonacchi - medico, psicologo clinico e psicoterapeuta

17.45 - Quando il narrarsi diventa prendersi cura di sé: frammenti di una esperienza - prof. Fiorenzo Gori

18.00 - Saluti di Samuele Bertinelli, sindaco di Pistoia e presidente della società della salute

Con il patrocinio di  fondazionecrpt_logo_2012_small

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10 settembre - Precisazioni di Oltre l'Orizzonte

Pubblicato il 12 Settembre 2015

lettera a La Nazione 10 settembre 2015_1 (2)

Vorrei fare alcune precisazioni riguardo al patto territoriale per la salute mentale firmato formalmente il 3 settembre dai massimi esponenti delle società della salute di Pistoia e Valdinievole e dalle associazioni di volontariato che si occupano della tutela dei diritti dei sofferenti psichici e dei loro familiari. (altro…)

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Sede Via Macallè, 19 - 51100 Pistoia

Associazione di volontariato

Iscrizione all’albo regionale del volontariato con determina n. 205 del 18 aprile 2000

Codice Fiscale 90026840471

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