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Oltre l'Orizzonte

Associazione per la promozione del benessere psichico

"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -

 I servizi per la salute mentale a Pistoia

 

Criticità riscontrate da pazienti e familiari

La maggior parte delle lamentele che raccogliamo da utenti del servizio e da familiari riguardano: il clima respingente del centro di salute mentale, il non rispetto della normativa regionale rispetto all’accoglienza (più restrittiva rispetto al resto dell’area Toscana Centro), lo scarso monitoraggio dei farmaci, la staticità dei progetti personalizzati, l’eccessivo utilizzo della legge sulla privacy nei confronti dei familiari, la delusione riguardo al cattivo utilizzo dello strumento  dell’amministrazione di sostegno. Eppure l’impostazione dei servizi rimane valida  (progetti personalizzati, abitare supportato, inserimenti socio-terapeutici, sostegno all’abitare, attività socio-riabilitative). La maggior parte degli psichiatri, però, sembra rimanere ancorata al concetto di cronicità e non si attiva per sostenere le persone in percorsi emancipativi, come  previsto dalle normative. Tuttavia, il personale di base è molto vicino ai pazienti e il rapporto interpersonale è buono. Esistono, quindi, le basi anche per un lavoro innovativo.

 

Criticità nei rapporti fra i servizi e l’associazione: mancanza di informazioni e di condivisione,  burocratizzazione  

 

Il disagio che proviamo è aggravato dalla totale assenza di informazioni ufficiali.  In più di un anno dall’arrivo del nuovo responsabile dell’UFCSMA niente ci è stato comunicato sui cambiamenti da lui effettuati o programmati. Neanche la società della salute (che si occupa di integrazione socio-saniraria del territorio pistoiese) si è dimostrata all’altezza delle promesse di coinvolgimento e di impegno ribadite per anni: la non attivazione del patto territoriale fra le istituzioni e le associazioni approvato in pompa magna  a settembre 2015 ne è una prova lampante.

La riforma della riduzione delle usl a tre non è riuscita a posizionare i servizi di salute mentale: solo sanitario o società della salute e quindi sociosanitario? La legge c’è ma si è lasciato che non venisse applicata e quindi, la salute mentale sembra terra di nessuno. Non abbiamo più avuto informazioni, a parte un discorso generico a metà marzo, sulla collaborazione all’interno del dipartimento (UFSMA e con UFSMIA e con SERD). Visto che a Pistoia la situazione era stata aggravata dal clima conflittuale all’interno dell’UFSMA e dalla mancanza di dirigenti titolari autorevoli, avevamo riposto molte speranze nell’operato  del nuovo titolare ma dopo più di un anno di attesa e di sollecitazioni, la delusione è grande. È continuata la mancanza di contatti fruttuosi fra le associazioni e il servizio.

Pare che il nuovo responsabile abbia introdotto una riorganizzazione della distribuzione del personale nei vari servizi territoriali e degli incontri settimanali delle varie èquipe ma non ne conosciamo né i dettagli né gli esiti. Neanche riguardo ai gruppi con i familiari e gli utenti è stato comunicato qualcosa di ufficiale.

Abbiamo la percezione che i servizi non siano offerti in maniera equa: alcune persone ne usufruiscono per molto tempo e in misura “ricca” mentre altri hanno solo la routine del personale delle cooperative per la spesa e la cura dell’abitazione e altri ancora non vengono più contattati per monitorare l’andamento del loro vivere e dell’impatto dei farmaci.

Anche il nostro lavoro di difesa dei diritti è notevolmente inficiato da questo modo di gestire i servizi: la legge sulla privacy viene costantemente utilizzata anche in modo improprio, secondo noi; il lavoro sul territorio ci è reso impossibile, riducendo sempre più  le opportunità di inclusione sociale.

 

Non attivazione del Patto territoriale per la salute mentale.

Il patto fra le associazioni della salute mentale di Pistoia e della Valdinievole e tutti gli enti pubblici del territorio era stato firmato ufficialmente a settembre 2015 in conseguenza della richiesta delle associazioni durante la verifica annuale (novembre 2013) dei servizi promossa dal Coordinamento Toscano. In dieci anni di lavoro la nostra associazione aveva notevolmente contribuito alla costruzione di una rete territoriale collaborativa: con il comune per l’abitare e con la provincia di Pistoia, sia con progetti per l’inclusione lavorativa che con l’istituzione di una commissione interistituzionale (con la partecipazione del presidente del Tribunale e del giudice tutelare) per promuovere l’amministrazione di sostegno, anche con due corsi di formazione per volontari. L’accettazione del patto fu tempestiva da parte dei direttori delle due società della salute. A Pistoia seguirono due anni di intenso lavoro e collaborazione fra l’Associazione Oltre l’Orizzonte e i responsabili ASL dell’accreditamento dei servizi. Fu costruito una proposta di massima alla quale sarebbe dovuta seguire la costituzione di gruppi di lavoro per dar vita al patto, basandosi da una parte sui bisogni e le criticità e dall’altra sulla disponibilità del territorio. Ritengo un grosso inadempimento il fatto che l’UFCSMA e la società della salute non abbiano dato vita al Patto Territoriale per la Salute Mentale.  Eravamo riusciti, con fatica, a farlo rientrare nella programmazione del piano integrato di salute 2016-2020 della sds di Pistoia con obiettivi specifici da raggiungere. Purtroppo non se n’è tenuto conto e la nostra associazione è stata tenuta fuori da qualsiasi forma di informazione e di collaborazione. Sarebbe dovuto essere un metodo innovativo sia per risolvere le criticità dei servizi allargandoli da quasi esclusivamente sanitari a sempre più ancorati al sociale del territorio (progetti personalizzati, rapporto con i medici di medicina generale e con gli specialisti di malattie croniche, abitare supportato, amministrazione di sostegno, potenziamento delle possibilità lavorative e molto altro). Il Patto sarebbe dovuto essere ampliabile ogni anno. Ci abbiamo creduto e lavorato intensamente. Abbiamo incoraggiato e sollecitato il nuovo direttore dell’UFCMA e anche il direttore del dipartimento di area ma niente. La mia amara conclusione è che gli psichiatri non hanno voluto applicare il patto ma nessuno ha avuto il coraggio di affermarlo ufficialmente durante la stesura del progetto né di chiuderlo negli anni successivi. Nell’incontro annuale di verifica programmato da Coordinamento Toscano e Regione Toscana a settembre 2019 ho chiesto che i responsabili si esprimessero ufficialmente: o l’attivazione o la  chiusura. .La presidente della società della salute si è presa la responsabilità di riprendere in mano il progetto. Il direttore sanitario era d’accordo. Il responsabile dell’UFCSMA non si è espresso. Nutro poche speranze ma non saremo noi a mollare: siamo ancora pronti per una ripartita seria ed efficace.

 

Le strutture per la salute mentale

Da anni segnaliamo la decadenza e l’inagibilità delle varie strutture per la salute mentale a Pistoia: la comunità terapeutica (chiusa per danni strutturali a dicembre 2016), il villinoDesii 3- centro diurno (cadente) e  il Perseo (chiuso per danni strutturali nel 2017), il csm in via Trinci (provvisorio fin dal 2006), gli appartamenti di Via Buonfanti (non a norma, bisognosi di ristrutturazione, mobilio in stato non dignitoso, senza collegamento internet).

È stata estenuante l’impresa di raccogliere tutti i documenti per capire e per formulare delle richieste ufficiali.

Siamo stati sostenuti sia dal Coordinamento Toscano delle Associazioni per la salute mentale che dal Comitato di partecipazione della società della salute di Pistoia. Anche la commissione Sanità del Consiglio Regionale Toscano ha fatto un’interpellanza all’assessore. Abbiamo scoperto sciatterie, incapacità, rimpallo di competenze, giustificazioni inaccettabili. Credo che il  risultato finale  sia il massimo che si possa ottenere date le circostanze: la direzione generale dell’usl Toscana Centro ha comunicato che tutte le strutture saranno ristrutturate, rese agibili o trasferite in altra sede entro fine 2020.

Ci inquieta la trasformazione (effettuata nel silenzio generale) di un villino precedentemente ad uso sanitario in civile abitazione.  Pare che la stessa fine subirà il gruppo Appartamento IL SOLE in quanto non a norma per l’accreditamento usl. Sempre da voci ufficiose abbiamo sentito dire che saranno trasformati in civili abitazioni e gli utenti diventeranno inquilini autonomi. Credo che questi sviluppi siano molto preoccupanti: bisogna entrare nel merito ed avere ben chiaro cosa questo comporta per la presa in carico sanitaria. Hanno già ventilato un ambiente grande per dieci posti letto: che percorsi di autonomia sono? A me sembra di tornare ai vecchi manicomi (senza giardino!). Tutta la segretezza che circonda gli sviluppi futuri dei servizi in un clima generale che diffonde paura e diffidenza ci crea molto disagio. Chiediamo trasparenza, possibilità di dibattere, studio di possibili alternative, coinvolgimento dei familiari e del territorio per la soluzione dell’abitare quando il progetto personalizzato prevede che la persona sia supportato da operatori.

Richieste alla Regione Toscana e alla Area Toscana Centro

  • Istituire le consulte della salute mentale
  • Organizzare a livello di zona distretto (o di sds) dei momenti pubblici annuali sui servizi di salute mentale
  • Creare opportunità per sviscerare il concetto di emancipazione e di autonomia abitativa delle persone in carico ai servizi di salute mentale, incoraggiando le condivisione di progetti innovativi validi per efficacia
  • Dare vita agli audit civici, previsti per legge ma finora non attivati

 

Attività di socializzazione di Oltre l’Orizzonte

Continua  il progetto ventennale “I Ragazzi del Venerdì”. con un’attività di socializzazione da un seguita da cena. È diventato un gruppo di amici che si sostengono a vicenda. Ogni anno c’è il ritorno di qualcuno che era andato avanti per altre strade e ci fa piacere sapere che il venerdì rimane un punto di riferimento.

Facciamo precedere la cena da un’attività di gruppo. Invitiamo personaggi noti del nostro territorio,in base al progetto che proponiamo. Nel periodo 2017-2019 abbiamo proposto il progetto RADICI per scoprire e riscoprire luoghi, persone, emozioni, talenti, risorse. Abbiamo esplorato temi come i luoghi della città,  avuto scrittori e artisti come ospiti e abbiamo visitato i loro atelier e la scuola di Barbiana perché avevamo studiato Don Milani come un esempio di maestro di vita e molto altro. (Nell’evento di presentazione del progetto abbiamo ospitato il dott. Giuseppe Tibaldi del Dipartimento di salute mentale di Modena che sta applicando  il metodo “Dialogo Aperto” di cui è un formatore italiano. Abbiamo pubblicato la documentazione del progetto e rendiamo disponibile  la videoregistrazione dell’evento. (vedi sito oltrelorizzonte.org)

Quest’anno il gruppo ha scelto di lavorare sulla musica ed è nato il progetto A CIASCUNO  LA SUA CANZONE Un viaggio dentro le canzoni per ritrovarsi, raccontarsi, condividere. Ogni partecipante porta la propria canzone del cuore. Viene ascoltata e commentata. Seguono le riflessioni scritte.. Gli ospiti che intervengono ad alcuni incontri sono musicisti che portano la propria esperienza personale della nascita e sviluppo della propria passione. Dalle riflessioni scritte da ogni partecipante verrà costruita la canzone del gruppo che verrà cantata all’evento finale il 13 dicembre 2019.

Comunicazione

Finchè non riscontreremo una vera attenzione alla salute mentale sia da parte della Regione Toscana che dalle amministrazioni locali non parteciperemo più a nessuna manifestazione o marcia perché non crediamo più ai proclami mentre i diritti dei sofferenti psichici vengono sempre meno rispettati e le criticità non affrontate.

 

La presidente di Oltre l’Orizzonte

Kira Pellegrini

18 ottobre 2019

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