"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -
La simbologia della scultura Resurrezione e il disagio mentale
La scultura e la poesia “Resurrezione” di Adriano sublimano artisticamente il percorso di ripresa della vita nonostante i momenti di sofferenza e di crisi.
… Quando il disagio mentale si trasforma in malattia spesso porta la persona alla morte sociale e civile anche perché la gente ancora diffida di persone con questi disturbi. E' difficile mantenere le relazioni, il lavoro non c’è e l'autonomia di vita viene meno. Eppure, è stato dimostrato da evidenze internazionali che la guarigione è possibile per la maggior parte delle persone. Per guarigione non si intende ritornare allo stato precedente di assenza di malattia e di scommparsa di tutti i sintomi, ma acquisire consapevolezza della propria vulnerabilità e avere conoscenza degli strumenti disponibili per contenerla, andando avanti con la propria vita. È un’impostazione che conta sulle risorse personali, valorizza l’apporto dei professionisti e libera le risorse collettive. Questa è la resurrezione, la rinascita culturale e civile che vediamo simboleggiata nell'opera di Adriano Veldorale.. Lo stigma interno, cioè la mancanza di autostima, la percezione e talvolta il convincimento della irreversibilità della malattia con il conseguente abbandono delle speranze di ripresa, è l’ostacolo più grande. Ma la “resurrezione” dall’autoesclusione e dalla morte civile dipende sì da ciascuno di noi, ma anche dalla rete di sostegno che sta intorno: dai familiari, dagli amici, dai servizi sociosanitari, dalla comunità in tutte le sue articolazioni, dai mezzi di comunicazione. Il fardello, simboleggiato dal metallo, il materiale dell'opera, è troppo pesante per essere sollevato da soli ma il miracolo è possibile solo se ognuno di noi fa la sua parte con responsabilità. Ne basta un pezzettino a testa: Adriano Veldorale ha costruito il velo della “Resurrezione” con 16500 pezzettini, saldandoli insieme con pazienza e competenza, senza lasciare niente al caso, creando un insieme armonioso e leggero che sembra sollevarsi da solo. Questa è la simbologia che ci ha fatto entusiasmare ed identificare con l’opera oltre il suo valore artistico. Può essere applicata a ciascuno di noi. Siamo accomunati in quanto esseri umani, con le nostre fragilità, le nostre emozioni e le nostre risorse.