"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -
Per contatti: Oltre l'orizzonte - tel.: 328-9081569
Vorrei fare alcune precisazioni riguardo al patto territoriale per la salute mentale firmato formalmente il 3 settembre dai massimi esponenti delle società della salute di Pistoia e Valdinievole e dalle associazioni di volontariato che si occupano della tutela dei diritti dei sofferenti psichici e dei loro familiari. (altro…)
Un team di specialisti di varie professioni, psichiatri ma anche infermieri e educatori, che seguano il paziente insieme, e poi un alloggio e un percorso di inserimento nel mondo del lavoro. Sono questi gli obiettivi che il Patto per la Salute mentale si prefigge di realizzare per i pazienti psichiatrici complessi, seguendo l’indirizzo che oggi, in termini tecnici, si chiama “Recovery”, una sorta di reintegro, meglio una ripartenza del paziente. In prima fila il Dipartimento di Salute mentale dell’Asl 3 di Pistoia, guidato dal dottor Vito D’Anza, insieme con la Provincia, le due Società della Salute e le associazioni di volontariato nelle quali sono impegnate le famiglie e gli stessi malati. A illustrarci questo importante passaggio è il dottor Vito D’Anza, che dal 2008 è alla guida del Dipartimento.
Dottore, da dove è scaturita l’esigenza di questo patto formale di collaborazione tra Asl, Società della Salute, Comune e Associazioni di volontariato?
«I bisogni dei pazienti cambiano col tempo. Questo è vero per qualsiasi patologia, e lo è ancora di più per quelle psichiatriche. Per questo abbiamo sentito il bisogno di creare un sistema capace di rispondere a questi cambiamenti e strutturato in modo da recepirli di volta in volta. Oggi i servizi che rientrano nella Psichiatria clinica sono il 30 per cento del sistema: il restante 70 per cento dei servizi rientra nelle azioni di quel sistema che chiamiamo Salute mentale. Mi spiego meglio. Oggi non si parla più di guarigione per il paziente psichiatrico, ma di ripartenza, cioè, dopo la fase clinica di cura farmacologica, e accanto a questa, si tratta di garantire alla persona quei necessari supporti per ricostruire e guidare in maniera sempre più autonoma la propria vita».
Quali sono questi supporti? «Gli stessi che costituiscono le basi su cui si costruisce l’identità sociale di una persona: una autonomia abitativa, cioè un alloggio sicuro e supportato da personale competente che vi possa accedere al bisogno, e un lavoro, sia pure e ben venga se garantito all’interno di una delle tante cooperative di tipo B, che hanno finora dato esempi da seguire per l’inserimento dei pazienti psichiatrici, e che sono formate spesso dalle stesse famiglie».
Quali sono le azioni in concreto che il patto promuoverà? «Le azioni sono sostanzialmente di tre tipi. Per prima cosa, il team che seguirà il paziente, sarà multidisciplinare: ci sarà lo psichiatra, l’educatore professionale, l’infermiere. L’équipe, incaricata di mettere a punto un percorso personalizzato per il paziente, si riunirà ogni tre mesi, in modo da avere sempre il punto della situazione del soggetto. Quanto al piano abitazione, oggi si tende a diminuire i ricoveri in comunità terapeutiche, perché abbiamo visto che la riabilitazione in questa sorta di ambiente virtuale, che sospende la vita autonoma del paziente, è sempre meno efficace. Per questo, continueremo a realizzare appartamenti supportati, ovvero alloggi ai quali possa accederà personale autorizzato, che visiterà e darà supporto ai pazienti, i quali in questo modo avranno comunque una casa propria. Il Comune di Pistoia ha fatto molto in tal senso in questi anni. Abbiamo 8 piccoli appartamenti in via Bonfante e altri 3 sono stati ristrutturati in via Tomba, grazie all’impegno della giunta Bertinelli, oltre a 3 Villini Desii. Infine, c’è ilpercorso di inserimento nel mondo del lavoro che, per un paziente psichiatrico, dà risultati più efficaci di qualsiasi terapia farmacologica. Il lavoro, infatti, costituisce il primo tassello dell’identità di una persona e del suo riconoscimento e inserimento sociale. Negli ultimi tre anni anni, grazie alla legge 68 del 1999, che ha istituito percorsi agevolati per l’occupazione di persone disabili, siamo riusciti a dare un lavoro a dieci pazienti psichiatrici. Una grande mano la possono dare in tal senso le Cooperative di tipo B, come la cooperativa Alba a Pisa, che ha preso in gestione un bagno. A Pistoia, penso a quanto queste persone potrebbero fare per esempio nel turismo e nelle attività connesse alla cura del verde pubblico».
La Nazione
Promuovere e realizzare percorsi di inclusione sociale, a tutti i livelli, delle persone con disagio psichico è il filo conduttore del Patto per la Salute Mentale, il corposo documento programmatico che oggi pomeriggio è stato sottoscritto dalla Provincia di Pistoia, dalle Società della Salute di Pistoia e della Valdinievole, dalla Azienda USL3 e dalle Associazioni di Volontariato.
Il Patto è frutto di un lavoro durato diversi mesi, nel corso dei quali sono stati analizzati dati di attività e le problematiche cliniche presenti sul territorio, rilevate criticità e valutata l’efficacia dei servizi socio sanitari presenti nella Provincia pistoiese, coinvolgendo una molteplicità di soggetti: principalmente gli stessi utenti ed i loro familiari.
Sarà data vita ad una rete, diffusa e coordinata in tutta la Provincia di Pistoia, per offrire in qualsiasi contesto territoriale, gli stessi servizi e le medesime opportunità di cura, terapia e riabilitazione, alfine di evitare vuoti assistenziali e abbandoni (i cosiddetti “persi di vista”).
Promosso dalle Associazioni di Volontariato Oltre l’Orizzonte, Solidarietà e Rinnovamento, Bella Mente e Albatros, d’intesa con le istituzioni del territorio, il documento, subito dopo la firma, diventerà operativo con una serie di iniziative che vedranno attivamente coinvolti, per la prima volta in modo sinergico, gli enti istituzionali: i firmatari, infatti, si sono impegnati a sostenersi e a raccordarsi tra loro, perseguendo tutti gli stessi fini che sono quelli di sviluppare ancora di più la prevenzione e migliorare la qualità della vita delle persone affette da disturbo psichico.
L’aspetto etico e politico dei diritti e della uguaglianza tra cittadini costituisce, infatti, l’assunto di base su cui è stato costruito l’intero Patto.
Dall’identificazione precoce delle patologie neuropsichiatriche evolutive ai monitoraggi periodici sul rischio suicidario, da una migliore accoglienza all’interno dei centri di salute mentale (a Pistoia e Montecatini), con erogazione anche di prestazioni urgenti (per evitare gli accessi ai pronto soccorso), all’aumento dell’offerta di residenzialità che diventa differenziata per intensità riabilitativa, sono molteplici le aree di intervento a carattere prioritario individuate dal gruppo di lavoro.
Per ogni obiettivo è stata operata un’attenta ricognizione della situazione esistente, per capire cosa non funzionava e dove si doveva intervenire ancora meglio per dare una risposta più efficace ai bisogni della popolazione.
L’intervento a carattere sanitario resta ovviamente di competenza della AUSL3 (con i relativi servizi di salute mentale infanzia e adolescenza, adulti e tossicodipendenze) e quello sociale delle amministrazioni comunali: la novità sostanziale è che le Società della Salute faranno da referente unico per il processo di integrazione socio-sanitaria.
Equità di accesso alle cure, prese in carico precoci dei pazienti, percorsi assistenziali condivisi e integrati a livello provinciale, diritto alla casa e al lavoro, sviluppo e trasformazione delle potenzialità personali, sono le parole “chiave” che accompagnano ogni azione dell’innovativo progetto. Si punta anche ad un maggiore sostegno e coinvolgimento delle famiglie ed a un ruolo più attivo delle istituzioni, dei servizi e dei professionisti che, a vari livelli, potranno intercettare potenziali situazioni a rischio (per esempio scuole, consultori, medici di famiglia e pediatri, educatori, ecc…).
4 settembre 2015
Il 3 settembre 2015 è stato firmato il patto per la salute mentale richiesto dalle associazioni di familiriari e utenti dei servizi di salute mentale.
PATTO PER LA SALUTE MENTALE |
INDICE:
Premessa generale
Definizione delle aree di intervento prioritario
Bibliografia e normativa di riferimento esaminata
Analisi dei gap (allegato 1)
PATTO PER LA SALUTE MENTALE TRA
AZIENDA USL 3 DI PISTOIA
PROVINCIA DI PISTOIA
SOCIETA’ DELLA SALUTE PISTOIESE
SOCIETA’ DELLA SALUTE VALDINIEVOLE
E LE ASSOCIAZIONI
OLTRE L’ORIZZONTE
SOLIDARIETA’ E RINNOVAMENTO
BELLA MENTE
ALBATROS
PREMESSA GENERALE
Il Patto per la Salute Mentale, documento programmatico per la realizzazione delle azioni nei prossimi anni, rappresenta il risultato del lavoro congiunto di analisi, approfondimento e confronto tra i diversi soggetti, istituzionali e non.
Il percorso, attraverso il metodo del confronto, è scaturito dalle richieste presentate in documento formale a firma delle associazioni, dalla rilevazione della situazione esistente a Pistoia a partire dai dati di analisi sulle cartelle cliniche, dalla rilevazione delle buone pratiche applicabili/applicate nei servizi di salute mentale e dalle criticità rilevate nel corso degli audit sistemici organizzati nel corso del 2014 e da superare affinché possano essere soddisfatti gli standard previsti dalla L.R. n.51/2009 e dal regolamento attuativo n. 61R del 28/03/2012.
Allo scopo di individuare le azioni prioritarie da perseguire si è tenuto conto di una serie di indicazioni nazionali ed internazionali, così come esplicitati nella Dichiarazione di Helsinki (2005) e nel Libro Verde (2006), nel P.I.S.S.R. vigente e nel Piano di azioni nazionale per la salute mentale (all.A, Conferenza stato regioni del 24/01/2013).
Obiettivo generale del presente Patto è dare continuità, sostenere e rafforzare la collaborazione ed il raccordo tra i soggetti istituzionali competenti nell’area della Salute Mentale ed i soggetti del Terzo Settore impegnati, con l’obiettivo generale di promuovere e realizzare percorsi di inclusione sociale delle persone con disagio psichico, partendo dal rilevamento comune dei bisogni, co-progettando, condividendo, coordinando e monitorando gli interventi con tutti i soggetti coinvolti, anche attraverso lo strumento dei tavoli di lavoro congiunti intesi come laboratorio e osservatorio. Il tutto ripensando ad un ruolo nuovo e strategico dell’auto-mutuo aiuto. Concetto chiave alla base di tutto il lavoro è quello di “Recovery”, intesa come la possibilità di sviluppare e trasformare le potenzialità personali per superare le limitazioni che il disturbo porta con sé.
In tal senso le azioni promosse si realizzeranno negli ambiti di competenza sanitaria dell’AUSL e socio-assistenziale propri dell’Ente Locale e, nel rispetto delle competenze di ogni Istituzione; tutti i soggetti firmatari del Patto si adopereranno per la promozione di sinergie finalizzate al miglioramento della qualità della vita delle persone affette da disturbi psichici attraverso una presa in carico sanitaria efficace e attraverso l’integrazione socio-sanitaria.
L’Ente individuato come referente unico del processo di integrazione socio-sanitaria è la Società della Salute.
In questa prospettiva il metodo della partecipazione e del coinvolgimento attivo dei soggetti competenti e dei rappresentanti del Terzo Settore é l’elemento costitutivo e fondativo della definizione del Patto. Sono quindi invitati ad aderire al Patto tutti i soggetti competenti e coinvolti in azioni inerenti le diverse tematiche: sia gli organismi sanitari istituzionali, AUSL3 di Pistoia con i relativi servizi di salute mentale per adulti e minori e per le tossicodipendenze, della cui gestione sono responsabili, sia i soggetti del Terzo Settore.L’aspetto etico e politico dei diritti e della uguaglianza tra cittadini costituisce l’assunto di base su cui costruire un patto territoriale.
Il metodo attraverso il quale perseguire il conseguimento degli obiettivi sanciti nel Patto prevede che sia effettuata l’analisi del bisogno, che siano formulati progetti terapeutici nei quali siano previste verifiche di efficacia. (altro…)