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Oltre l'Orizzonte

Associazione per la promozione del benessere psichico

"È grave essere diversi?"
"È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo non ha creato una sola foglia identica a un'altra."
- Paulo Coelho, Veronica decide di Morire -

All'Auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio

Nell'ambito delle manifestazioni per la Giornata Nazionale della Salute Mentale 2011

           alle ore 11                            

 Viola

monologo su Dino Campana

Con Elisabetta Salvatori

violino Matteo Ceramelli

all'interno del progetto annuale di sensibilizzazione
‘Tutti uguali. Tutti diversi’                                                                   
del liceo artistico "Policarpo Petrocchi" di Pistoia  
 
 a cura dell'Associazione per il Benessere
 ‘Oltre l'OrizzontÈ di Pistoia
                                                                          con il patrocinio Cesvot

Lo spettacolo su Campana è del 2005 ed è il primo a non essere ambientato in Versilia, dove Elisabetta Salvatori è nata e  vive. Si sposta nel Mugello per raccontare la vita di Dino Campana, poeta di Marradi, considerato pazzo dai suoi contemporanei. L’abito di scena, come il titolo,  è viola, colore che in teatro non si usa…In “Viola” la Salvatori interpreta tre voci-volti: la narratrice partecipe che racconta, a volte commenta, la vicenda; l'interprete, che diventa personaggio nei ragazzi che prendono in giro il poeta, nella ragazza del popolo che ammira le poesie da lui recitate, in Campana stesso; ed infine, sia all'inizio, quando spiega, le ragioni di questo titolo (“Viola”), sia, alla fine, quando racconta la visita alla tomba del poeta, è lei stessa direttamente ad entrare in scena. Forse a sottolineare una adesione emotiva non soltanto intellettuale, perché i suoi spettacoli hanno spesso come protagonisti i diversi. Diversi, perché portatori di una vocazione, di un destino. Non recita Campana. Per scelta. Anche se non avrebbe avuto, credo, difficoltà ad inserire scorrevolmente suoi testi nella storia del poeta. Il testo dello spettacolo è costruito su fonti e documentazioni originali.  Di Campana Elisabetta Salvatori ricostruisce la tragedia: i genitori non lo amano, lo osteggiano e forse, soprattutto la madre, hanno quasi bisogno che lui sia pazzo. Questo sicuramente è la causa essenziale della vita tragica, esaltata dalla poesia,  di Campana, costretto a dubitare fin da piccolo di sé, rimasto sempre ai margini e finito, come sappiamo, nel manicomio di Castel  Pulci dove rimane 14 anni, fino alla morte a 46 anni. Le musiche, eseguite da Matteo Ceramelli (violino) sono originali, composte appositamente per lo spettacolo

P.Petrocchi

 

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